"Spero anche io che chi ha sbagliato paghi. E sono certo che la magistratura agirà in tal senso per punire i responsabili di reati". Parola del governatore di Bankitalia Ignazio Visco che in una lunga intervista di prima pagina su Repubblica torna sul fallimento delle quattro banche e difende l'operato dell'Istituto di via Nazionale: "siamo intervenuti per mettere in sicurezza quattro banche che rappresentano una parte piccola, anche se territorialmente importante, del sistema creditizio italiano. Lo abbiamo fatto per evitare danni molto peggiori a centinaia di migliaia di risparmiatori e imprese, per continuare a garantire il credito alle economie locali, per salvaguardare migliaia di posti di lavoro". Secondo il governatore, "l'alternativa alla procedura di risoluzione adottata per le quattro banche sarebbe stata una liquidazione ai sensi del codice civile, con effetti devastanti".
Ed assicura: "il nostro impegno, di concerto con il Governo e nella continua e totale interazione con gli uffici del Ministero dell'economia, è stato massimo". Le accuse di chi dice che non abbiamo fatto abbastanza? "Siamo convinti di aver fatto il massimo possibile, portando alla luce situazioni di debolezza patrimoniale, inadeguatezze organizzative, malversazioni. Ogni volta che è stato necessario, abbiamo fornito alla magistratura piena informativa e la massima assistenza. L'interlocuzione con la Consob è stata ed è tuttora continua e approfondita". Gli attacchi contro di me? "Si tratta di attacchi non motivati". "In questi giorni ho visto gravi inesattezze e ricostruzioni talora fantasiose, che rischiano di alimentare infondati sospetti sul nostro operato e sull'intero sistema bancario. Anzitutto - dice Visco - non vi è alcuna tensione col Governo, col quale collaboriamo". Poi, "non vi è stata proprio alcuna polemica per la decisione di affidare gli arbitrati all'Autorità presieduta da Raffaele Cantone". Quanto alla "mia visita al Quirinale era stata fissata da tempo".
Padoan, rigidità sulle banche per il pregiudizio di Berlino - Il no del ministro delle finanze tedesco Schaeuble alle garanzie comuni sui depositi? "Nella loro visione ognuno dovrebbe agire per conto suo: i depositi francesi garantiti dai francesi, i tedeschi dai tedeschi, gli italiani dagli italiani". A dirlo è il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che intervistato dalla Stampa aggiunge: "c'è ancora scarsa fiducia reciproca, fra governi e fra popoli. Eppure se non si condividono i rischi non solo non si completa l'Unione bancaria, ma nel lungo termine non sopravvivrebbe nemmeno l'Unione monetaria". Se esiste quindi un pregiudizio tedesco nei confronti dell'Italia? "Qualcuno si sorprende che l'Italia pretenda si ascolti il suo punto di vista. L'arroganza e la disinformazione di certi commentatori tedeschi, spesso corteggiati dalla stampa italiana, non aiuta a ristabilire un clima costruttivo".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it