Sono stati recuperati i corpi di 12 delle almeno 14 guide alpine nepalesi morte sotto una valanga stamattina all'alba sul versante meridionale dell'Everest. Lo riferisce il sito internet di The Himalayan Times. Otto membri della spedizione sono stati trovati vivi dai soccorritori che sono al lavoro nella zona che si trova a un altitudine di circa 5000 metri poco sopra il campo base. Ma ci sarebbe un numero imprecisato di dispersi.
Si tratta di uno dei più gravi incidenti degli ultimi anni che hanno visto un boom di presenze sul 'tetto del mondo'. Secondo un responsabile del ministero del Turismo, un gruppo di 50 persone, la maggior parte 'sherpa' nepalesi, è stato travolto dalla valanga mentre stavano perlustrando la zona e fissando le corde in previsione della imminente stagione delle scalate.
A partire da fine aprile, oltre 300 team stranieri raggiungeranno il campo base da cui poi partiranno per la conquista della vetta a 8.848 metri. Circa 600 nepalesi, tra 'sherpa' e altro personale, sono coinvolti nelle spedizioni, che sono una ricca fonte di guadagno per la popolazione locale e per il governo di Kathmandu.
Messner, è un incidente sul lavoro
Le guide nepalesi uccise da una valanga sul monte Everest sono vittime di "un incidente sul lavoro non di un incidente alpinistico". Lo ha detto il re degli ottomila, Reinhold Messner. Le persone travolte dalla valanga "erano lavoratori stradali che preparano le piste per gli operatori turistici", ha dichiarato all'Apa lo scalatore altoatesino che per primo, nel 1978, insieme al tirolese Peter Habeler, salì sull'Everest senza respiratore. Una tale tragedia era "in qualche modo prevedibile", ha aggiunto Messner osservando che il "turismo alpinistico", in crescita negli ultimi anni, richiede piste preparate sempre meglio. "E gli sherpa si assumono i rischi", molto più alti di quelli dei clienti degli operatori turistici, sottolinea lo scalatore altoatesino. Il timore di Messner è che il bilancio della tragedia possa rivelarsi molto più pesante, poiché normalmente in quel momento della giornata si trovano sulla pista più di cinquanta sherpa. La valanga "ha colpito soprattutto giovani padri di famiglia che vivono di questo" e "pertanto dovremmo chiederci se il turismo alpinistico in queste circostanze sia giustificabile".