L'assalitore che ha compiuto l'attacco al Parlamento di Ottawa voleva partire per la Siria. Lo ha detto il comandante delle Giubbe Rosse, Bob Paulson, in conferenza stampa a Ottawa. "Michael Zehaf-Bibeau era a Ottawa dal 2 ottobre e aveva appena chiesto il rinnovo del passaporto canadese, sperando di partire per la Siria", ha detto. Pare inoltre che Michael Zehaf-Bibeau avesse il passaporto libico. Il comandante delle Giubbe Rosse ha confermato che l'assalitore ha agito da solo.
NEW YORK - Poteva essere un massacro. A un giorno di distanza dall'attacco al Parlamento di Ottawa, l'attentato più clamoroso della storia canadese, il pericolo corso è chiaro a tutti, nonostante sulle indagini regni ancora il massimo riserbo e le notizie vengano fuori col contagocce. La più importante la dà la polizia, dopo oltre 24 ore di incertezza: a scatenare l'inferno è stata una sola persona, un 'lupo solitario'. Nessun commando in azione, dunque, come si era a lungo creduto. Nessuna cellula dormiente passata alla fase operativa e nessun complice da braccare. Ma se un ex poliziotto di nome Kevin Vickers, oggi gran cerimoniere alla Camera, non avesse bloccato il killer a pochi metri dalla soglia dell'aula parlamentare sarebbe diventato impossibile evitare una strage. E una strage era molto probabilmente quello che voleva Michael Zehaf-Bibeau, 32 anni, ex tossicodipendente, pregiudicato e di recente convertito all'Islam. Il suo vero nome era Michael Joseph Hall, originario del Quebec. Sua madre, Susan Bibeau, lavora per i servizi immigrazione del governo canadese. A luglio le autorità canadesi gli avevano ritirato il passaporto, perché considerato "viaggiatore ad alto rischio". Era stato quattro volte negli Stati Uniti, e pare avesse pianificato un viaggio in Medio Oriente o in Libia. Anche se è ancora incerta l'esistenza o meno di legami tra l'uomo e ambienti jihadisti veri e propri.
"Voleva andare a studiare l'Islam e l'arabo", racconta chi l'ha conosciuto di recente alla moschea di Vancouver. Forse voleva seguire le orme del padre, Belgasem Zahef, che in Libia andò per combattere il regime di Gheddafi. Una storia inquietante la sua, che ricorda quella di Martin Couture-Rouleau, il canadese anch'egli divenuto musulmano e che giorni fa ha ucciso, investendolo con l'auto, un soldato. Un militare come Nathan Cirillo, la vittima italo-canadese (i nonni venivano dalla Calabria) uccisa da Zehaf-Bibeau davanti al National War memorial prima dell'irruzione in Parlamento. Alcune immagini riprendono l'assalitore mentre risale in macchina dopo aver sparato a Cirillo, dirigendosi verso il Parliament Hill. L'area è ancora in gran parte off-limits, l'ingresso al pubblico vietato. Ma nell'aula della Camera i lavori sono già ripresi. "Siamo tutti canadesi, non ci faremo intimidire", ha detto il premier Stephen Harper, invitando tutte le forze politiche a unirsi nella lotta al terrore. La commozione è stata enorme quando in aula è entrato l'eroe Vickers, sopraffatto dalle lacrime di fronte a una standing ovation dei parlamentari durata quasi cinque minuti. Intanto l'incubo 'lupi solitari' toglie il sonno a Ottawa come a Washington. L'Fbi e la Homeland Security hanno diffuso un dispaccio a tutte le forze dell'ordine americane chiedendo di "essere vigili". E i controlli al confine col Canada sono stati rafforzati. Mentre la madre di Zehaf non ha parole per quel che è successo: "Piango per le vittime della sparatoria, non per mio figlio".
Città blindata dopo l'assalto (da YouTube)
La foto su twitter del presunto terorrista
Leggi l'articolo completo su ANSA.it