"Una scimmia nella giungla". Dopo l'uscita del film "The Interview" in 300 sale americane, la Corea del Nord attacca Barack Obama per la sua "sconsideratezza" e usa toni forti contro il presidente degli Stati Uniti, additato come "il vero colpevole per aver forzato la Sony a distribuire la pellicola indiscriminatamente" il giorno di Natale. La finzione satirica contro Kim Jong-un diventa sempre più telenovela politica che scandisce una crisi imprevedibile. Oggi, dopo le accuse a Obama, la Corea del Nord ha subito un nuovo attacco informatico e l'intero Paese è rimasto scollegato da internet e dalla rete 3G per almeno due ore.
Le quattro reti di connessione nordcoreane sono gestite dalla cinese China Unicom ed è stata l'Agenzia Nuova Cina a dare per prima la notizia del terzo blackout del web in pochi giorni. L'attacco, che non è stato rivendicato, è stato confermato dalla società americana di sicurezza informatica Dyn Research su twitter: la Corea del Nord ha subito "un'interruzione di internet in tutto il Paese".
E' stata la Commissione nazionale di Difesa (Ndc) della Corea del Nord ad aprire le ostilità di questa ennesima giornata di crisi 'diplomatica' con una nota furiosa contro l'inquilino della Casa Bianca: "Obama diventa sempre sconsiderato in parole e azioni come una scimmia nella foresta tropicale", scrive la potente Ndc che definisce il film di Seth Rogen ed Evan Golberg "disonesto e reazionario" e lo accusa di istigare al "terrorismo". Secondo il comunicato è stata Washington ad aver privato il Paese delle sue connessioni internet all'inizio della settimana - lunedì la Corea era rimasta isolata per nove ore - e di aver "collegato, senza fondamento, l'attacco di pirati informatici contro la Sony Pictures Entertainment alla Corea del Nord".
Pyongyang ha negato di essere l'autrice delle minacce online ricevute dalla Sony attraverso un cyberattacco - che inizialmente hanno indotto la compagnia produttrice a ritirare dai cinema il film "The Interview", ma le ha definite una "azione sacrosanta". Intanto sono ripresi, anche se con lentezza, i servizi online della Playstation di Sony e della Xbox di Microsoft presi di mira e messi fuori uso ieri da un attacco hacker apparentemente non collegato alla 'guerra' in corso sul internet. La 'commedia' sul complotto della Cia, che si conclude con l'assassinio del leader nordcoreano, ha sbancato i botteghini e a Natale ha incassato un milione di dollari ma i guadagni più consistenti arriveranno dalla vendita online e dal noleggio che promettono assai bene. In attesa di un nuovo round della guerra di posizione tra Pyongyang e Washington che continuerà a fare pubblicità a un film modesto assurto a campione della libertà di parola.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it