"Nel caso in cui il mio partito vinca le elezioni, io cercherò la collaborazione di altre forze filo-europee": è quanto va ripetendo da giorni, da quando è cominciata in Grecia la campagna per le elezioni politiche del 25 gennaio, il premier Antonis Samaras, leader del partito Nea Dimokratia (ND, centro-destra). I suoi precedenti di politico equilibrato, gli ottimi rapporti (anche di amicizia personale) che intrattiene a Bruxelles e la fiducia di cui gode da parte di molti leader europei oltre al suo continuo appello elettorale ai greci a restare fedeli ai memorandum siglati da Atene con i creditori internazionali fa di Samaras un leader privilegiato agli occhi di chi dall'estero segue le vicende greche, soprattutto quelle economiche.
Le sue preferenze negli ultimi sondaggi sono date al 27,8%, con 3,4 punti percentuali in meno rispetto al 31,2% del suo diretto antagonista, Alexis Tsipras, segretario del partito di sinistra radicale Syriza, maggiore forza dell'opposizione accanitamente anti-Ue. Nonostante ciò, come hanno osservato diversi analisti, quando Samaras arriva sul luogo di un comizio viene accolto dalla folla in delirio come fosse una rock star, apre bocca e affascina gli ascoltatori. Seppur conservatore, infatti, il premier sa come trascinare l'uditorio ricorrendo ad argomentazioni e gesti di stampo populista. Potere dell'eloquenza, in cui Samaras è maestro, e di un aspetto fisico ancora prestante ed energico che agli occhi della gente fa di lui il candidato premier più affidabile per continuare a traghettare la Grecia fuori della palude di sei anni di crisi economica. Ateniese, 63 anni, laureato in economia a Harvard nel 1976, dopo un brillante inizio nei ranghi di ND (a 26 anni era il più giovane deputato, a 39 ministro delle Finanze e a 40 ministro degli Esteri), Samaras nel 1992 fu estromesso da ND dall'allora primo ministro Costantino Mitsotakis per la posizione oltranzista adottata sul rifiuto di Atene di riconoscere la neonata Repubblica di Macedonia.
Per tutta risposta Samaras fondò un nuovo partito di conservatori dissidenti denominato Primavera Politica (a destra di ND), facendo così perdere al governo la già risicata maggioranza parlamentare. Ciò causò la caduta di Mitsotakis e le elezioni anticipate dell'ottobre 1993 che gli valsero i duri attacchi dei conservatori ortodossi che lo consideravano un rinnegato. Primavera Politica ottenne 10 seggi alle elezioni del 1993, ma aver tradito Mitsotakis costò a Samaras 11 anni di ostracismo. Lentamente si riavvicinò a ND e tornò sulla scena politica nel 2004, anno in cui disciolse il partito da lui stesso fondato e fu eletto al Parlamento europeo. Di nuovo eletto deputato in Grecia nel 2007, venne nominato ministro della Cultura nel 2009 stesso anno in cui (il 29 novembre) fu eletto settimo presidente di Nea Dimokratia.
Grecia: Samaras, conservatore e europeista convinto
Il premier che i creditori internazionali vorrebbero confermato