Chi ci è nato cerca di affermare che si tratta di una "città normale". Sono bastati infatti 5 anni, dal 1940 al 1945, perché fosse travolto il patrimonio secolare di Oswiecim, la cittadina polacca che, nella seconda guerra mondiale, i tedeschi denominarono Auschwitz.
Oswiecim è una città relativamente ricca, aggiunge, in una regione industriale del Paese in crescita. E dal lager trae anche qualche vantaggio, ammette quando glielo si chiede: "È certo che il memoriale di Auschwitz crea anche dei posti di lavoro, e da questo traiamo giovamento. Come pure siamo impegnati nel cercare di intercettare sempre meglio i flussi di visitatori che arrivano, per portarli anche qui". È anche la missione del festival, come spiega il suo ideatore, il giornalista Darek Maciborek: "Una volta, rispondendo all'estero a una domanda sulla mia città, mi sentii replicare: ma perché ci vive ancora qualcuno? Il mio auspicio è proprio quello di collegare il posto in cui sono nato a un'immagine diversa, positiva. Vogliamo dire che questo è un posto normale, dove si lavora, ci si diverte, si va in discoteca e in piscina, e dove si può vivere bene, come in tutte le altre città d'Europa". Portando avanti la memoria.
Ad Auschwitz un festival Rock per migliorare l'appeal della città
Sindaco Oswiecim: 'Cerchiamo di trasmettere messaggio positivo'