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Italiano ferito a confine Siria-Iraq

Farnesina già in contatto con famiglia dell'attivista e autorità

Redazione Ansa

Un attivista italiano senza documenti e con una ferita alla spalla è stato bloccato al confine tra Siria e Iraq: Alessandro De Ponti si trova ora a Erbil in stato di fermo in attesa che le autorità curde completino gli accertamenti. Il ragazzo, 23 anni, si trova in un 'edificio istituzionale' curdo e le sue condizioni sono buone, ha affermato Claudio Taruffi, capo dell'Unità di crisi della Farnesina. Non sono chiari, invece, il percorso e le ragioni che lo hanno portato da Treviglio (Bergamo) - da dove era partito a fine aprile - fino al Kurdistan iracheno, passando attraverso il confine siriano. La situazione del giovane, che è stato visitato da un medico, viene monitorata dal console italiano a Erbil e dall'ambasciata d'Italia a Baghdad, ma non ci sono "allarmi particolari", ha detto Taruffi all'ANSA. Intanto la procura di Roma ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato e senza indagati sul ferimento di Alessandro che - a quanto si è appreso - la prossima settimana dovrebbe essere espulso dalle autorità locali. Una volta in Italia sarà sentito sui motivi del viaggio e sulle circostanze del suo ferimento. "Alessandro è un ragazzo non sprovveduto, che conosce molto bene la situazione geopolitica di quella zona", raccontano gli amici a Treviglio, dove milita in un collettivo della sinistra antagonista, 'Tanaliberatutti'. E aggiungono che "in Kurdistan ci è andato come cooperante, perché ha a cuore quel Paese". Una circostanza che, finora, non ha trovato riscontri, almeno nelle ong italiane. Sulla passione di Alessandro per il Kurdistan, invece, tutti concordano, e più di una volta è stato fotografato con la bandiera curda nel corso di manifestazioni. Poco prima di partire, il 25 aprile, era stato denunciato per l'aggressione a un videoreporter, Emy Zanenga, reo di aver ripreso e pubblicato sul suo sito le immagini di un gruppetto di militanti di 'Tanaliberatutti' che contestavano il sindaco di Treviglio nel corso della cerimonia per la Liberazione. Ma Alessandro non è un violento, dicono ancora gli amici, che lo descrivono come "un giovane riservato, di poche parole". La famiglia, comunque, tira un sospiro di sollievo. Dalla fine di aprile non si avevano più notizie di Alessandro che vive con la sorella minore e con la madre, Cristina Rivoltella.

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