Dal regolamento Eurodac a quello di Dublino, dalla direttiva rimpatri all'approccio hotspot, ecco il glossario della crisi sull'immigrazione.
* Col REGOLAMENTO DI DUBLINO si stabilisce che la responsabilita' dell'esame di una richiesta di asilo spetta allo Stato membro che ha svolto il ruolo maggiore per l'ingresso o il soggiorno del richiedente nell'Ue. I criteri per stabilire la responsabilita' sono l'ingresso del richiedente nella Ue, considerazioni di natura familiare, il possesso recente di un visto o permesso di soggiorno in uno Stato membro.
* Col REGOLAMENTO EURODAC e' stata istituita una banca dati Ue per le impronte digitali dei richiedenti asilo e migranti fermati in seguito all'attraversamento irregolare di una frontiera esterna dell'Unione. Confrontando le impronte, gli Stati membri possono verificare se il cittadino straniero ha gia' presentato una domanda in un altro Stato membro o e' entrato irregolarmente nell'Ue.
* L'APPROCCIO HOTSPOT prevede che Ufficio europeo per l'asilo (Easo), Frontex ed Europol diano il loro supporto agli Stati membri per velocizzare le pratiche di identificazione, registrazione e fotosegnalamento dei migranti. Tra gli obiettivi c'e' l'individuazione dei profughi che hanno effettivo diritto all'asilo, dai migranti economici. Gli esperti di Easo aiuteranno i Paesi ad esaminare le domande di asilo "il piu' velocemente possibile", mentre Frontex aiutera' gli Stati nel coordinamento dei rimpatri di "coloro che non hanno esigenze di protezione internazionale".
* La DIRETTIVA RIMPATRI introduce norme e procedure comuni da applicare nei paesi dell'Ue per l'allontanamento dal loro territorio di cittadini non comunitari il cui soggiorno e' irregolare. La direttiva fissa disposizioni per porre fine ai soggiorni irregolari, per trattenere i cittadini non comunitari in attesa del loro allontanamento, oltre a garanzie procedurali.
* LO SPAZIO SCHENGEN e' composto da 26 paesi europei, di cui 22 membri dell'Ue. Dei 28, ne fanno parte 22 ad eccezione di Gran Bretagna e Irlanda (opt-out), Cipro, Croazia, Bulgaria e Romania. Vi rientrano poi Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera. E' possibile, in caso di emergenza o situazioni eccezionali, reintrodurre previa informazione a Bruxelles i controlli obbligatori alle frontiere interne per un massimo di 30 giorni.
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