Il governo Orban mostra i muscoli con i migranti mentre nella strade di Budapest, quando scende la notte, trionfano le aggressioni, la droga, il sesso a pagamento.
E' quasi l'alba. Centinaia di giovani ungheresi e turisti stranieri affollano barcollanti una delle principali vie della 'movida' della capitale, a due passi dal quartiere delle ambasciate e dalla Basilica di Santo Stefano. Hanno bevuto molto, troppo: vino, birra, superalcolici e soprattutto la palinka, la micidiale grappa locale che ricorda la rakia balcanica. Molti inneggiano alla "Nazione", alla "Ungheria baluardo della cristianità contro l'Islam".
Davanti a un famoso locale, un ragazzo viene aggredito sotto gli occhi dei nerboruti uomini della sicurezza: due giovani lo accusano di avergli rubato una felpa, ma lui nega, rifugiandosi tra le braccia dei buttafuori.
"Non voglio problemi - ringhia uno degli aggressori che dice di avere origini turche - solo che mi ridia la felpa, me l'ha rubata. Voglio portarlo dietro l'angolo e picchiarlo finché non muore. Posso prenderlo? Finché non muore?". Uno della sicurezza fa un cenno si assenso: l'aggressore prende il ragazzo per le gambe e lo fa crollare a terra. L'aggressore chiede ancora alla sicurezza: "Lo posso portare là", dietro l'angolo, "ok", gli dice un buttafuori. Il ragazzo grida "te la do, te la do", mentre viene trascinato a forza sul marciapiede. E' italiano. Si toglie la felpa e la consegna agli aggressori. Poi riesce a liberarsi dalla morsa e fugge di nuovo verso l'ingresso del locale, entra. Tutt'intorno decine e decine di giovani passano indifferenti.
Gli aggressori pretendono qualche altra cosa dall'italiano, ma nella ressa non si capisce cosa. Ora sono quattro, inveiscono contro i buttafuori: "E' un refugee (migrante). State aiutando i profughi!". Quelli della sicurezza sbottano: "No, sono gli austriaci che li aiutano".
Dall'interno arrivano delle urla, l'italiano viene ributtato a forza fuori. "Scappa, corri", gli dicono indicandogli un taxi.
Ma il giovane non riesce a prenderlo, i quattro circondano l'auto e lui scende e corre indietro, disperato. Viene spiegato alla sicurezza che il ragazzo non è un migrante, ma un italiano, e che certo non ha rubato alcuna felpa. "E' tutto sotto controllo, è normale qui", dice il capo dei buttafuori. Dopo un'altra mezz'ora gli aggressori si dileguano, temono l'arrivo della polizia, e l'italiano si butta su un taxi che parte a razzo.
Passa un'ora, il giovane di origini turche che ha aggredito l'italiano ricompare davanti a un altro locale, dove viene accolto con aria familiare. Dentro è una Sodoma e Gomorra, donne e uomini si offrono al miglior offerente. Eroina e cocaina si vendono poco più in là, alla luce del sole, che nel frattempo è sorto e ora illumina le strade.
L'Overseas Security Advisory Council, l'agenzia Usa che avvisa i cittadini americani sui rischi nei Paesi stranieri, stima nel suo rapporto del 2015 l'ennesimo incremento dei crimini e delle aggressioni in Ungheria, a Budapest in particolare. Mette in guardia contro la "truffa della ragazza", che consiste nell'essere abbordati e portati nei locali a bere, salvo poi ricevere conti stratosferici e minacce dai proprietari.
Ma cresce soprattutto il consumo di droghe pesanti, anche tra gli adolescenti. Il traffico è in mano a bande senza scrupoli: l'Ungheria - stima l'Unodoc (l'agenzia Onu su roga a crimine) - è il Paese di transito dell'eroina che arriva dall'Asia, passando dalla Turchia e poi arriva in Europa.
Un traffico da 20 miliardi di dollari, che cammina sulla stessa rotta dei profughi.