L'Iran non dimentica chi ha mostrato amicizia anche nei momenti "più difficili" ed oggi l'Italia in generale e l'Eni in particolare godono "una posizione privilegiata con Teheran". A parlare - alla vigilia della visita a Roma del presidente Hassan Rohani il 25 e 26 gennaio - è l'ambasciatore iraniano Jahanbakhsh Mozaffari, che oggi ha partecipato ad un Forum all'ANSA con il direttore, Luigi Contu, ed ha incontrato l'amministrare delegato dell'Agenzia, Giuseppe Cerbone. "Sono convinto - ha spiegato il diplomatico durante il Forum - che sentiremo buone notizie per quanto riguarda il ritorno dell'Eni in Iran".
La compagnia italiana "ha una posizione di privilegio, è stata l'ultima grande compagnia europea a lasciare il nostro Paese dopo l'imposizione delle sanzioni", e non è andata via "prima di aver adempiuto a tutti i suoi obblighi". L'Italia rappresenta per l'Iran "la finestra verso l'Europa" e "non è un caso" che il presidente Rohani, accompagnato da una robusta delegazione di sei ministri e 120 imprenditori iraniani, "abbia scelto Roma come prima tappa del suo tour europeo" nell'era del dopo-embargo, ha osservato Mozaffari. Quando l'Ue (sulla scia delle sanzioni già varate dagli Stati Uniti contro il programma nucleare iraniano) decretò insieme all'Onu l'embargo economico nei confronti di Teheran nel 2006, l'Italia era il primo partner commerciale europeo della Repubblica islamica. "I rapporti politici sono antichi e profondi", ha ricordato il diplomatico, e "non si sono mai interrotti anche nei momenti più difficili".
L'Iran è dunque pronto a riprendere "una collaborazione a tutto campo", e durante la visita del presidente Rohani a Roma "verranno firmati importanti accordi". Teheran auspica anche un maggiore coinvolgimento in Iran delle piccole e medie imprese italiane, anche "per combattere la disoccupazione". Ma mentre le grandi aziende sanno muoversi da sole, per le Pmi vi è bisogno di strumenti di intermediazione. "Il ministero dello Sviluppo economico italiano - ha ricordato l'ambasciatore - si è già mosso e il viceministro Carlo Calenda è già venuto in Iran e ci tornerà per accompagnare i piccoli e medi imprenditori italiani".
"Occorre - ha riassunto - far conoscere l'Iran agli italiani e l'Italia agli iraniani". Mozaffari spera che "in poche settimane" possano fra l'altro essere ripristinate le transazioni bancarie tra i due Paesi, interrotte a causa dell'embargo e invece necessarie per lo sviluppo dei rapporti commerciali e del turismo italiano in Iran (finora era impossibile pagare con la carta di credito o utilizzare il bancomat). "Le relazioni bancarie - ha riconosciuto l'ambasciatore - sono fondamentali: ci auguriamo di poter molto presto ovviare a questi problemi". Quanto all'eventualità che il processo di apertura dell'Iran al mondo possa essere messo a rischio da 'nemici' internazionali o resistenze interne, Mozaffari ha risposto con decisione: "Indietro non si torna, l'Iran prosegue sulla sua strada", anche se i "nostri avversari hanno cercato di far deragliare le intese diplomatiche e tuttora non demordono".
L'ambasciatore ha citato gli "elementi radicali" negli Stati Uniti, Israele e "alcuni Paesi vicini che stanno tentando di destabilizzare l'area" in chiave anti-Iran. A questo proposito, Mozaffari ha chiesto all'Occidente di intervenire sui propri alleati mediorientali perché adottino un atteggiamento più moderato e costruttivo, invece di "tacere" di fronte ad "aggressioni" come quella compiuta dall'Arabia Saudita contro lo Yemen. Anche perché "di fronte alla minaccia globale dell'Isis" occorre una "alleanza globale", ha spiegato l'ambasciatore, ricordando come l'Iran sia stato "il primo Paese a comprendere il pericolo rappresentato dall'Isis e a combattere contro i miliziani del Califfato, aiutando l'Iraq e la Siria". Oltre agli incontri politici ed economici con i rappresentanti del governo e dell'industria italiana, Rohani il 26 gennaio sarà ricevuto in Vaticano da papa Francesco. Non è un passaggio formale o di cortesia.
"La Santa Sede ricopre un ruolo di estrema importanza per noi", ha detto il diplomatico. "Tra Iran e Vaticano esistono da sempre ottimi rapporti e ci sono frequenti scambi di delegazioni"
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