Caos nel porto di Calais nel nord della Francia, dopo che una cinquantina di migranti sabato ha assaltato e occupato un traghetto a seguito di una manifestazione organizzata in giornata a sostegno dei migliaia di migranti accampati in condizioni disumane in un campo, ed in attesa di recarsi nel Regno Unito. La polizia ha reso noto che in serata "un gruppo di 500 persone ha forzato il cordone di protezione delle forze dell'ordine introducendosi nella zona del porto, e subito dopo un gruppo di una cinquantina di migranti è salito illegalmente sul traghetto". Il porto è stato chiuso per ragioni di sicurezza. Il battello si chiama "Spirit of Britain" ed è gestito dalla compagnia britannica P&O.
Dopo alcune ore sono stati tutti costretti dalla polizia a scendere dal traghetto sul quale erano riusciti a salire nel porto di Calais, nel nord della Francia, i circa 50 migranti che avevano così cercato di attirare l'attenzione sulle condizioni disumane in cui vivono migliaia di profughi che sperano di poter attraversare il canale della Manica e trovare una vita migliore in Gran Bretagna. Lo ha reso noto il vice prefetto di Calais, Denis Gaudin, aggiungendo che sono stati lanciati "alcuni lacrimogeni". "L'evacuazione del traghetto è stata completata - ha concluso Gaudin - Sulla nave non c'è più nessun migrante. L'evacuazione è stata portata a termine con calma dalla polizia". Secondo la prefettura, 24 migranti sono stati fermati e trasferiti a Coquelle, vicino a Calais. Anche altre 11 persone, tutti militanti dell'associazione No Border, sono in stato di fermo.
Domenica però la tensione resta. Commercianti e imprenditori della città portuale costiera hanno marciato per la strade di Calais, lamentando la crisi e le ricadute economiche negative: un considerevole calo del numero delle persone che un tempo transitavano in massa nel porto o che affollavano negozi e ristoranti. In duemila hanno preso parte al corteo odierno portando in strada bandiere e striscioni che inneggiavano a Calais e al porto. Il campo profughi vicino alla città è denominato La Giungla per le condizioni disumane in cui più di 4.000 persone sono costrette a vivere.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it