"L'accordo tra Ue e Turchia sulla crisi migratoria viola il diritto internazionale e quello dell'Unione, scambiando vite umane con concessioni politiche". Così Elisa Bacciotti, direttrice di Oxfam Italia.
"La decisione di spostare sulla Turchia le responsabilità europee sui migranti significherebbe una messa in discussione dei valori comunitari e l'abbandono degli obblighi di legge fondamentali". E' la denuncia che viene lanciata da Oxfam insieme ad altre 18 organizzazioni internazionali che lavorano a stretto contatto in Europa con rifugiati e migranti, in una lettera congiunta, alla vigilia del Consiglio europeo a Bruxelles. "Un accordo del genere, che i leader europei potrebbero siglare già questa settimana, creerebbe un pericoloso precedente, quello di togliere ogni valore alla normativa che tutela i diritti umani", avvertono le organizzazioni che chiedono ai leader dell'Unione di rispettare i diritti fondamentali dei rifugiati. "I muri portano solamente perdita di vite umane. Dal 2014, circa 7.500 persone sono morte in mare: molti di loro erano bambini", si legge nell'appello che evidenzia come la chiusura delle frontiere europee e le restrizioni ai confini hanno drammaticamente peggiorato la crisi umanitaria che vede migranti e rifugiati costretti a vivere in condizioni disperate in Grecia, Macedonia, Serbia e Sicilia. "La decisione di chiudere la cosiddetta 'rotta balcanica' è arrivata all'improvviso, - afferma Elisa Bacciotti, direttrice Campagne di Oxfam Italia - l'Unione Europea ha messo da parte i suoi valori per assecondare la politica interna dei diversi stati. Tutto ciò non servirà a niente, non risolverà alla radice il dramma delle persone in fuga che cercano di arrivare in Europa. L'Ue e la Turchia dovrebbero lavorare insieme, ma le recenti proposte hanno trasformato la questione migratoria in una sorta di mercato, con le persone che vengono utilizzate come merce di scambio. Donne e bambini stanno dormendo all'aperto, al freddo, fra l'umidità e il fango mentre stanno finendo le scorte di cibo e acqua potabile e le pessime condizioni di vita hanno portato allo sviluppo di malattie come l'Epatite A".
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