Nora Salman, la moglie del killer di Orlando Omar Mateen, tentò di dissuadere il marito dal compiere l'attacco al Pulse club sabato scorso, prima che l'uomo si mettesse in viaggio per Orlando. Lo rivela un responsabile delle indagini sulla strage citato dal Washington Post. La coppia "sorvegliò il locale tra il 5 e il 9 giugno", pochi giorni prima del massacro. Secondo Fox e Cnn, la donna accompagnò il marito anche a comprare il fucile semiautomatico AR-15 con il quale l'uomo ha compiuto la strage.
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Omar Mateen aveva tendenze omosessuali, scrive il New York Post citando un'intervista che l'ex moglie Sitora Yusufiy ha rilasciato ad una tv brasiliana. Secondo la donna, sposata con il killer di Orlando per quattro mesi nel 2009, una volta il padre, Seddique Mateen, lo ha persino chiamato gay davanti a lei. La rivelazione segue quella di un compagno di scuola di Mateen, il quale sostiene che una volta gli ha chiesto di uscire. Nel corso delle indagini e' emerso che il killer era frequentatore abituale del 'Pulse', il club dove sabato notte ha sparato uccidendo 49 persone.
Si moltiplicano le persone pronte a donare il sangue per i feriti negli ospedali di Orlando ma arriva anche la denuncia del cantante Ricky Martin che spiega di non poter donare in quanto gay.
Intanto l'Alto Commissario Onu per i diritti umani Zeid Ra'ad Al Hussein ha esortato oggi gli Stati Uniti ad adottare serie misure per il controllo delle armi: sulla scia della strage di Orlando in una discoteca gay in Florida, Zeid ha chiesto agli Usa di rispettare l'obbligo di proteggere i propri cittadini da "attacchi violenti spaventosamente banali ma prevenibili e che risultano direttamente da un insufficiente controllo delle armi".
Le autorita' locali hanno completato l'identificazione di tutte le 49 vittime dell'attacco al 'Pulse'. Sono 27 i feriti ricoverati in ospedale. Sei di loro versano in gravi condizioni. Lo hanno affermato i medici che si occupano delle cure nel corso di una conferenza stampa.
'Killer Orlando voleva stop bombe Usa in Afghanistan' - Il killer di Orlando, nato a New York ma di origini afghane, ha spiegato alle persone barricate nei bagni che voleva che "l'America smettesse di bombardare il suo Paese": lo ha riferito in una conferenza stampa Patience Carter, una degli ostaggi. "Tutto il mondo poteva sentirlo parlare al 911 (il numero delle emergenze in Usa), e dire che il motivo per cui faceva questo era perchè voleva che l'America cessasse di bombardare il suo Paese", ha riferito la donna in una conferenza stampa all'ospedale di Orlando. "E nella sua telefonata ha proclamato fedeltà all'Isis", ha ricordato Patience, rimasta ferita ad una gamba. "Dopo la telefonata, ci ha parlato direttamente nei bagni, e ha chiesto se c'erano dei neri", ha proseguito la donna, che è afro-americana. "Io avevo troppa paura per rispondere, ma un uomo afro-americano ha risposto e ha detto 'si, siamo sei o sette'". Il killer, secondo la donna, avrebbe risposto: "voi sapete che non ho problemi con i neri, questo riguarda il mio Paese". Il padre del killer è considerato un filo talebano. Nei giorni scorsi Obama, dopo mesi di pressioni dei vertici militari sulla Casa Bianca, ha cambiato le regole di ingaggio per le forze Usa nel Paese, autorizzando anche la possibilità di raid aerei con l'obiettivo di sostenere le truppe afghane contro l'avanzata dei talebani.
Cnn, killer cercava video Isis su web - Da un'analisi degli apparecchi tecnologici di Omar Mateen emerge che l'autore della strage di Orlando aveva effettuato ricerche per materiale di propaganda jihadista, compresi video dell'Isis su decapitazioni. Lo riferisce la Cnn citando fonti. "Fruiva di una gran quantità di propaganda jihadista", secondo le stesse fonti. L'Fbi ha sequestrato documenti dalla casa di Omar Mateen e oggetti da quelle dei suoi genitori, della sorella e del cognato, riferisce ancora Cnn. Tra questi ci sarebbero un computer Dell, uno smarphone e una macchina fotografica digitale. Il telefono di Mateen era stato recuperato sul luogo della strage, al 'Pulse', non è chiaro tuttavia se le autorità abbiano già avuto accesso ai dati del dispositivo.
E fra i morti c'è Eddie Justice, il giovane che ha inviato messaggi alla madre dal locale mentre era tenuto in ostaggio.
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si rechera' giovedi' a Orlando per mostrare la sua vicinanza e il suo cordoglio alle famiglie delle vittime dell'attacco al locale gay e solidarieta' alla comunita'. Lo fa sapere la Casa Bianca, senza fornire al momento ulteriori dettagli sul viaggio.
Intanto, l'organo di propaganda ufficiale dell'Isis in lingua inglese, ribadisce che il killer, Omar Mateen, era 'uno dei soldati del Califfato in America'. E la polizia ne conferma la fedeltà all'Isis, spiegando che il killer ha cercato anche di negoziare con gli agenti. Altre persone sono indagate in connessione con la sparatoria. E' poi emerso che Mateen ha frequentato la moschea dove si recava occasionalmente a pregare Moner Mohammad Abusalha, un attentatore suicida che si è fatto esplodere in Siria. Lo riporta la Cnn, secondo cui, per il portavoce della moschea, non e' chiaro se i due si conoscessero. Mateen, inoltre, sarebbe stato due volte in Arabia Saudita: la prima nel 2011 e la seconda nel 2012.
E' giallo su un eventuale ''fuoco amico'' all'interno del club gay. Secondo quanto scrive il New York Times, "non è chiaro se alcune delle vittime siano state accidentalmente colpite dagli agenti". Il quotidiano cita fonti investigative.
Secondo Obama non c'e' alcuna prova chiara che il killer di Orlando sia stato guidato da estremisti o che abbia fatto parte di un complotto piu' ampio. Il presidente americano ha spiegato che l'autore della strage sembra sia stato ispirato dall'informazione estremista disseminata in internet. Obama ha poi definito la strage come estremismo cresciuto entro i confini nazionali, "qualcosa di simile alla strage di San Bernardino". Il presidente ha quindi sottolineato come il killer abbia agito dopo aver acquistato un tipo armi "non difficili da ottenere". Ed infatti sulla questione armi facili (Mateen era nella lista delle persone sotto il controllo dell'agenzia federale) interviene anche Hillary Clinton: "Se l'Fbi è sulle tue tracce non dovrebbe essere possibile che tu possa acquistare delle armi senza che nessuno ti chieda nulla". Poi la Clinton aggiunge: "Fermare i lupi solitari sarà la mia priorità numero uno". Il tycoon Donald Trump ha rilanciato il bando per i musulmani e chiesto le dimissioni di Obama.
"Non lo perdono". Il padre del killer, Seddique Mateen, condanna il gesto folle del figlio. Parla dall'interno della sua abitazione, a circa 150 chilometri da Orlando, dove riceve i giornalisti, tra i quali l'inviata dell'ANSA. "Io rispetto i gay, non sono affari miei quello che fanno", dice, sostenendo di aver insegnato al figlio solo "cose positive". La ex moglie rivela: 'Non era una persona stabile. Mi picchiava'. Mateen voleva diventare un poliziotto, aveva fatto domanda all'accademia di polizia e nel frattempo lavorava come agente di sicurezza presso una struttura detentiva per minori. L'ex moglie Sitora Yusufiy ha detto anche che è stata sposata con lui per quattro mesi, poi ha tagliato tutti i legami quando ha cominciato a diventare violento e ad abusare di lei. Non aveva più notizie del suo ex marito da sette anni. Secondo un imam, inoltre, che lo conosceva da quando era piccolo, Mateen era scherzoso da bambino, poi crescendo ha cominciato a diventare serio. Era anche appassionato di body building.
Intanto il giorno dopo il massacro, emergono le prime critiche all'Fbi in quanto, nonostante Mateen fosse stato interrogato tre volte, due nel 2013 e una nel 2014, per sospetti legami al terrorismo, ha potuto comunque acquistare legalmente un fucile e una pistola la settimana scorsa. Nella strage sono morte 50 persone per mano del killer e Orlando è come paralizzata.
Ed emerge che il killer, Omar Mateen, pregava in moschea tre, quattro volte a settimana e prendeva parte alle cerimonie serali, recentemente anche con il figlio piccolo. "Finita la preghiera - afferma l'imam - se ne andava, non socializzava con nessuno. Non è mai sembrato un violento".
Omar Mateen, è un trentenne americano, di origine afghane (FOTO). Secondo il padre, il movente della strage è l'odio contro i gay. "Il movente religioso non c'entra nulla, ha visto due gay che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato", ha detto Mir Seddique. "Siamo scioccati come il resto dell'America", ha aggiunto.
Qualche ora dopo la strage, è arrivata anche la rivendicazione dello Stato Islamico attraverso l'Amaq, l'agenzia di stampa del Califfato, riferisce il Site: il killer della strage di Orlando "era un combattente dell'Isis". Nel testo della rivendicazione riportato dalla direttrice del Site Rita Katz in un tweet si legge che una fonte ha detto all'agenzia Amaq: "L'attacco che ha preso di mira il gay club di Orlando, in Florida, e che ha provocato 100 tra morti e feriti, è stato compiuto da un combattente dello Stato islamico".
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