"Francois Fillon è come un coccodrillo: sembra stia dormendo ma in realtà è pronto a mangiarsi tutti": mentre la colorita definizione spopola su Twitter il primo classificato nelle primarie del centrodestra francese si gode la festa. "Fillon président! Fillon président", gridano nella notte parigina sostenitori e militanti.
Fillon, 62 anni, è stato il primo ministro di Nicolas Sarkozy dal 2007 al 2012. Ed è stato il premier più popolare della storia della Quinta Repubblica. Oggi sbanca il tavolo del voto interno dei Républicains con oltre il 44% delle preferenze, addirittura doppiando l'ex capo dello Stato di cui per cinque anni fu fedele servitore. E, se come molti danno per scontato, batterà Alain Juppè al ballottaggio di domenica prossima, sarà il candidato all'Eliseo del centrodestra per le prossime presidenziali di primavera. Appassionato pilota, fan della 24 ore di Le Mans, la sua città, Fillon ha spiazzato tutti nonostante il suo programma che riflette il suo dna politico: profondamente liberale in materia economica ma conservatore sui temi sociali.
Cattolico praticante ha pochi vezzi. Il più strano quello di indossare calze rosso cardinalizio acquistate rigorosamente in una celebre sartoria ecclesiastica del centro di Roma. Elegantissimo (solo abiti cuciti su misura) è sposato con la gallese Penelope Kathryn Clarke, conosciuta sui banchi di scuola, da oltre 35 anni ed ha cinque figli. Nel 2012 per lui un'amara sconfitta. Aveva annunciato la candidatura ufficiale alle elezioni per la presidenza dell'Ump (il Partito da cui è nato l'attuale Republicains) fissate a novembre. Ma il 30 luglio, mentre era ospite a Capri di Luca di Montezemolo, cadde in motorino rimanendo ferito. Le cure, e un successivo intervento anche ai reni, lo costrinsero a ridurre la sua campagna elettorale per la presidenza del partito.
E, nonostante i pronostici lo dessero in largo vantaggio sul concorrente Jean-François Copé, venne battuto. Nel corso della sua carriera Fillon, che in politica estera sostiene tra l'altro la riapertura di un'ambasciata a Damasco e buone relazioni con la Russia di Putin togliendo le sanzioni e cooperando con Mosca sulla Siria e contro l'Isis, è stato anche più volte ministro, in diversi dicasteri.
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