Christian Lindner, un tempo enfant prodige e oggi leader dei Liberali tedeschi, negli ultimi 4 anni si è preparato al grande rientro. Passione per la filosofia, un'autentica fede nel pensiero liberale, retorica brillante (certificata dall'associazione della materia come la migliore del paese), risposta pronta (pure troppo), l'erede di Guido Westerwelle, che oggi ha 38 anni, ha puntato tutto su di sé, in questa campagna elettorale. E a quanto pare, questo calcolo arrogante, non è stato sbagliato. La missione era avvilente: riportare nel Bundestag un partito traumatizzato dalla cacciata del 2013, (mancò la soglia del 5% per poco), col voto di domani. Nato a Wuppertal, sposato con una giornalista e senza figli, Lindner ha preso le redini dell'FDP quando lo si dava già per caro estinto: agonizzava al 3%.
Oggi, con una campagna smart, ne ha fatto una specie di auto da corsa: viaggiano intorno al 10%, scippano i voti ad Angela Merkel, e gareggiano con Afd, Linke e Verdi, per il terzo posto. Guarda indietro volentieri al "padre" del partito, Hans-Dietrich Genscher. E in circoli colti, propone una citazione impegnativa ad ogni uscita: filosofi, sociologi, letture di peso. Ma sui manifesti, che immortalano in serie sempre e solo lui, ha scelto di posare quasi da modello: scatti in bianco e nero, tutti in camicia, Lindner ha giocato anche sull'aspetto piacente (ha confessato a Bild che a 14 anni pesava 100 kg). Il messaggio di fondo è quello di una campagna meditata, frutto di una lunga elaborazione concettuale sulle politiche adatte al futuro il paese.
Così la digitalizzazione scalza il taglio delle tasse. E le posizioni tradizionali del partito elitario, di chi guadagna bene, vengono proposte con una sorta di respiro sociale: l'alta diffusione della casa di proprietà in Italia e Grecia diventa un modello, "anche qui si deve poter realizzare il sogno di avere una casa". L'accordo sul clima? L'FDP lo appoggia, come la svolta energetica "a patto che non diventi anti-sociale". "Lasciamo che siano gli ingegneri a dire qual è la strada migliore", ripete a ogni talk-show. La recente posizione assunta sui profughi gli ha attirato il sospetto che abbia in mente una "versione light dell'AFD": finito il pericolo, dovranno tornare nei loro paesi, ha affermato. Con loro duella per il terzo posto. E a Merkel ha già fatto sapere di volere il ministero delle finanze, e di non voler fare sconti ai partner in Europa. Se ci fossero i numeri, la cancelliera sarebbe costretta a governare con lui. E se non bastassero, resta l'ipotesi "giamaica": la squadra, difficile, anche coi Verdi.
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