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Trump riconosce Gerusalemme capitale Israele. Proteste e bandiere Usa bruciate

'Ho dato istruzioni di trasferire l'ambasciata americana'

Redazione Ansa

 "E' il momento di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele''. Lo afferma il presidente americano Donald Trump, sottolineando che Gerusalemme e' la sede del governo israeliano. "Non si può continuare con formule fallimentari. La scelta di oggi su Gerusalemme è necessaria per la pace", ha aggiunto annunciando di aver dato "istruzioni di trasferire l'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme".

Malgrado l'ondata di maltempo, in diverse località di Gaza e della Cisgiordania sono stati organizzati oggi cortei di protesta contro la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale d'Israele. L'agenzia di stampa palestinese Wafa precisa che a Gaza migliaia di persone si sono raccolte nella piazza del milite ignoto dove hanno scandito slogan ostili agli Stati Uniti. Sul web sono comparse immagini di bandiere americane date alle fiamme.

IL DISCORSO DEL PRESIDENTE TRUMP - DIRETTA

Nasser al-Qidwe, un portavoce di Fatah, partito del presidente Abu Mazen, ha fatto appello per "proteste non violente" contro la decisione di Donald Trump si riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. In una conferenza stampa a Ramallah, citata dai media palestinesi, al-Qidwa ha detto che le proteste di rabbia palestinese dovrebbero essere espresse "in modo pacifico e senza danni così da essere utili alla causa nazionale palestinese a questo riguardo".

Intanto, in una lettera inviata al presidente Usa i leader cristiani di Gerusalemme si dicono "certi" che i passi che Trump si accinge a intraprendere "aumenteranno l'odio, il conflitto, la violenza e le sofferenze a Gerusalemme e in Terra Santa".

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Il segretario generale della Lega araba, Ahmed Aboul Gheit, ha definito l'imminente riconoscimento americano di Gerusalemme quale capitale di Israele e sede dell'ambasciata statunitense "una provocazione ingiustificata". In dichiarazioni a giornalisti fatte al Cairo, Aboul Gheit ha detto che "la posizione religiosa di Al Qods (Gerusalemme in arabo) nel cuore di tutti gli arabi, musulmani e cristiani, rende assurda qualsiasi manipolazione del suo status".

"Il mio pensiero va ora a Gerusalemme. Al riguardo, non posso tacere la mia profonda preoccupazione per la situazione che si è creata negli ultimi giorni e, nello stesso tempo, rivolgere un accorato appello affinché sia impegno di tutti rispettare lo status quo della città, in conformità con le pertinenti Risoluzioni delle Nazioni Unite". Così il Papa in udienza generale, invitando a "saggezza e prudenza, per evitare di aggiungere nuovi elementi di tensione in un panorama mondiale già convulso e segnato da tanti e crudeli conflitti".  

In una telefonata al presidente palestinese Mahmoud Abbas, l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini "ha rassicurato sulla ferma posizione dell'Ue, che lo status finale di Gerusalemme come capitale futura di entrambe gli stati, sia decisa con negoziati che soddisfano le aspirazioni delle parti". Mogherini ha invitato alla moderazione nelle reazione all'annuncio del presidente Trump sullo status di Gerusalemme, dando il benvenuto all'impegno di Abbas a chiedere che qualsiasi manifestazione resti pacifica.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha invitato i 57 Paesi membri dell'Organizzazione della cooperazione islamica (Oic) a riunirsi tra una settimana (il 13 dicembre) a Istanbul per un summit straordinario sull'attesa decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. Lo ha reso noto il suo portavoce, Ibrahim Kalin, spiegando che Erdogan ha avuto in queste ore contatti telefonici in merito con il suo omologo palestinese Abu Mazen e i leader di Iran, Arabia Saudita, Qatar, Tunisia, Pakistan, Indonesia e Malesia. 

May, per Gb deve essere capitale condivisa - La posizione britannica su Gerusalemme non cambia": lo status della Città Santa può essere definito solo "attraverso un accordo negoziato fra israeliani e palestinesi" e "in ultima analisi deve diventare capitale condivisa dello Stato d'Israele e d'uno Stato palestinese". Così la premier Tory, Theresa May, rispondendo oggi ai Comuni a una domanda di un deputato laburista critica sulla decisione del presidente Usa, Donald Trump, su Gerusalemme. May ha peraltro precisato che Trump non ha parlato con lei di tale decisione. 

GERUSALEMME CAPITALE, TRUMP INFIAMMA IL MEDIORIENTE

 

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