Riunione straordinaria oggi a Teheran del Parlamento per esaminare le proteste scoppiate nei giorni scorsi in numerose città dell'Iran, mentre i Pasdaran (Guardiani della Rivoluzione, vicini alla Guida suprema ayatollah Ali Khamenei) sul loro sito ribadiscono di aver posto fine all'ondata di contestazioni. Nel contempo si apre un giallo sull'ex presidente Mahmoud Ahmadinejad che, secondo fonti di stampa, sarebbe stato fermato e posto agli arresti domiciliari per "incitamento alla rivolta".
Sul fatto che ci fosse proprio lui dietro alle prime manifestazioni di piazza scoppiate lo scorso 28 dicembre nella seconda città dell'Iran, Mashhad, erano circolate voci fin dall'inizio. Ma non avevano trovato nessuna conferma e di Ahmadinejad si sapeva ufficialmente solo che aveva intenzione di ricandidarsi alla presidenza della Repubblica islamica nel 2020.
Si diceva con una certa ufficialità anche che l'ex presidente contava sull'appoggio della Guida suprema, ayatollah Alì Khamenei, che si era schierato al suo fianco già nel 2009, quando la sua rielezione aveva portato a contestazioni di massa dei riformisti e a una durissima e sanguinosa repressione.
A quanto pare invece, Khamenei oggi l'avrebbe decisamente scaricato avallando anche - qualora la notizia riferita dal quotidiano Al-Quds Al-Arabi venisse confermata - il suo arresto, avvenuto probabilmente nella città di Shiraz. A determinare questo deciso cambio di rotta della Guida suprema, secondo il giornale, sarebbero state le dichiarazioni fatte durante una visita a Bushehr, città situata nell'Iran occidentale. "Alcuni tra gli attuali leader - aveva detto Ahmadinejad - vivono separati dai problemi e dalle preoccupazioni della gente e non sanno nulla della realtà sociale" dell'Iran.
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