Piena rivendicazione di quanto scritto ma scuse alle "vittime di atti odiosi che si sono sentite aggredite": Catherine Deneuve, 5 giorni dopo l'intervento su Le Monde firmato da lei e da un centinaio di artisti e intellettuali sul "diritto di importunare", spiega il senso delle sue affermazioni. L'attrice rivendica quanto proclamato sulla "libertà di importunare" e sull'"odio per gli uomini" suscitato dalla campagna #metoo lanciata dopo il caso Weinstein ma cerca di stemperare la polemica.
Ciò che invece Catherine Deneuve condanna è la strumentalizzazione che c'è stata del testo da lei promosso e del suo nome da parte di altre donne di cui non condivide le idee: "mi sembra assolutamente necessario oggi - scrive - sottolineare il mio disaccordo con il modo" in cui altre donne che avevano sottoscritto la sua petizione ma di cui l'attrice non condivide le idee, si sono "concesse individualmente il diritto di allargarsi sui media snaturando lo spirito stesso del testo. Dire in tv che si può godere durante uno stupro è peggio che sputare in faccia a tutte quelle che hanno subito questo crimine". L'attrice presenta quindi le sue scuse alle donne, vittime di aggressioni, che si sono sentite colpite dal testo: "saluto in modo fraterno tutte le vittime di atti odiosi che hanno potuto sentirsi aggredite da questa tribuna pubblicata su Le monde, è a loro e soltanto a loro che faccio le mie scuse".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it