La Corte suprema del Pakistan ha assolto Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia nel 2010.
Il verdetto accoglie così il ricorso presentato nel 2015 contro la condanna emessa dall'Alta corte di Lahore (Lhc), che nell'ottobre 2014 aveva confermato la decisione di un tribunale di novembre 2010. Gli attivisti per i diritti umani e la e comunità cristiana hanno accolto con favore il verdetto finale della Corte suprema. Khadim Hussain Rizvi, a capo del partito islamista Tehreek-e-Labbaik Pakistan (Tlp), sta invece organizzando una protesta nazionale contro l'assoluzione della donna. Asia Bibi era stata arrestata nel 2009 dalla polizia nel suo villaggio di Ittanwali, nella provincia del Punjab, in seguito alla denuncia di altre donne di fede musulmana per blasfemia dopo un presunto reato contro il profeta Maometto durante una discussione.
"Non vedo l'ora di riabbracciare mia madre. Finalmente le nostre preghiere sono state ascoltate!". Con la voce rotta dal pianto Eisham Ashiq, la figlia minore di Asia Bibi, commenta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre la notizia dell'assoluzione della madre, decisa dalla Corte Suprema. "È la notizia più bella che potessimo ricevere - dice il marito di Asia, Ashiq Masih - è stato difficilissimo in questi anni stare lontano da mia moglie e saperla in quelle terribili condizioni. Ora finalmente la nostra famiglia si riunirà, anche se purtroppo dubito che potremo rimanere in Pakistan"
"Siamo di fronte a un verdetto storico e a un'importante vittoria per la tolleranza religiosa. Per quasi otto anni, Asia Bibi, una povera contadina cristiana e madre di cinque figli, ha vissuto in un limbo, rischiando l'esecuzione sulla base di prove infondate. Coloro che in questi anni si sono espressi in suo favore hanno ricevuto minacce di morte o sono stati addirittura uccisi". Lo ha detto Omar Waraich, vicedirettore di Amnesty International per l'Asia meridionale.
Manifestazioni di protesta sono esplose in tutto il Pakistan dopo la sentenza della Corte suprema che ha assolto Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte nel 2010 per blasfemia. Il partito Tlp (Tehreek Labbaik Pakistan), che rappresenta i musulmani sunniti, ha promosso le proteste con il supporto di altri partiti di ispirazione islamica. Ed era stato proprio il suo leader Khadim Rizvi, la scorsa notte, ad esortare gli attivisti ad essere pronti a reagire in caso di verdetto favorevole ad Asia Bibi
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