"Il fatto è che più i parlamentari tentano di bloccare una Brexit senza accordo e più aumentano le possibilità che si finisca con un no deal". Boris Johnson non intende giocare in difesa e torna all'attacco, determinato a mantenere il punto nonostante le sfide - anche legali - alla sua decisione di chiudere il parlamento. Il premier spiega che il suo è un modo per non cedere terreno nella trattativa con l'Ue e incassa la prima vittoria nella battaglia scatenata contro la proroga di Westminster, con un giudice scozzese che ha rigettato un primo ricorso contro la sospensione.
Lord Doherty a Edimburgo non ha voluto esprimersi in maniera definitiva circa i poteri del primo ministro nel chiedere alla regina la chiusura del Parlamento fino quando il caso non verrà dibattuto nella sua interezza, in un'udienza fissata per il prossimo giovedì. Ha quindi respinto la richiesta di 75 parlamentari anti-Brexit per un'ingiunzione immediata che imponesse a Johnson di interrompere il provvedimento. Restano da esaminare altri due ricorsi, uno presentato in Irlanda del Nord e un altro a Londra. Quest'ultimo è stato avviato dall'attivista anti-Brexit Gina Miller ed è sostenuto dalla leader LibDem Jo Swinson, oltre che dall'ex primo ministro conservatore John Major. I LibDem "stanno facendo tutto il possibile, nei tribunali e in parlamento, per impedire l'autoritaria presa di potere di Boris Johnson e una Brexit senza accordo. Non possiamo consentire che il primo ministro zittisca il popolo e i suoi rappresentanti", ha scandito su Twitter la nuova leader del partito di chiara fede europeista. Ed è proprio questo il comportamento che Johnson addita come controproducente, un ostacolo al raggiungimento dell'obiettivo e quindi al rispetto - tiene a sottolineare - della volontà del popolo britannico. Il premier ne parla in maniera diretta in interviste a Sky News e alla Bbc. "Siamo nella fase finale nelle trattative, se non portiamo a termine con successo il negoziato dobbiamo comunque uscire", ha argomentato Johnson, ribadendo che la sospensione, prevista dalla seconda settimana di settembre fino al 14 ottobre, lascia al parlamento tempo sufficiente fino alla scadenza del 31 del mese. Quindi il monito ai parlamentari che tentano di fare blocco: "Fino a quando l'Ue avrà l'impressione che Westminster possa bloccare la Brexit sarà più difficile ottenere quello che vogliamo".
La bufera però non si placa e la piazza è in fermento, con un'ondata di manifestazioni prevista per domani in tutto il Regno. Oltre 30 eventi, in una mobilitazione sotto lo slogan 'Fermare il golpe, difendere la democrazia'. "Non possiamo affidarci soltanto ai tribunali o all'iter parlamentare. Abbiamo tutti il dovere di alzarci in piedi e farci contare", ha scritto online il gruppo anti Brexit 'Another Europe' che ha organizzato le manifestazioni.(ANSA).