Doppio schiaffo della Camera Usa ad Ankara, a due settimane dalla visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan alla Casa Bianca: i deputati hanno approvato in modo bipartisan quasi all'unanimità una risoluzione che riconosce il genocidio armeno e un'altra che chiede al presidente Donald Trump di imporre sanzioni e altre restrizioni alla Turchia e ai dirigenti di quel Paese per l'offensiva nella Siria settentrionale.
Immediata la reazione di Ankara, che "rifiuta" la risoluzione sul genocidio armeno, bollandola come una decisione "ad uso interno, priva di qualunque base storica e giuridica".
Il ministero degli esteri turco ha convocato David Satterfield, ambasciatore Usa ad Ankara e ha condannato fortemente anche la risoluzione sulle sanzioni, sottolineando che la decisione non è consona all' alleanza Nato tra i due Paesi e all'accordo tra Usa e Ankara sulla tregua in Siria, e ammonendo Washington a prendere misure per evitare passi che danneggino ulteriormente le relazioni bilaterali.
Il premier armeno Nikol Pashinyan ha definito "storico" il riconoscimento formale da parte della Camera Usa del genocidio armeno. "Accolgo positivamente lo storico voto del Congresso Usa sul riconoscimento del genocidio armeno", compiuto dall'Impero Ottomano durante la prima guerra mondiale, ha detto Pashinyan, che ha definito l'approvazione del documento "un chiaro passo verso il ristabilimento della giustizia storica che conforterà milioni di discendenti dei sopravvissuti al genocidio".
La Camera Usa ha riconosciuto formalmente il "genocidio armeno" con una maggioranza schiacciante (405 sì su 435 voti, di cui 11 contrari). Il testo, non vincolante, invita a "commemorare il genocidio armeno" e a "rifiutare i tentativi di associare il governo americano alla sua negazione", nonché a educare sulla vicenda. L'approvazione è stata salutata con un lungo applauso in aula.
Il genocidio armeno è stato riconosciuto da una trentina di Paesi, tra cui l'Italia.
Secondo le stime tra 1,2 e 1,5 milioni di armeni sono stati uccisi durante la prima guerra mondiale dalle truppe dell'impero ottomano, all'epoca alleato di Germania e Regno austro-ungarico. Ma Ankara rifiuta il termine genocidio sostenendo che vi furono massacri reciproci sullo sfondo di una guerra civile e di una carestia che fecero migliaia di morti da entrambe le parti.
Nell'aprile 2017, pochi mesi dopo l'insediamento alla Casa Bianca, Donald Trump aveva definito il massacro degli armeni nel 2015 "una delle peggiori atrocità di massa del XX secolo", senza però usare il termine genocidio. Ma bastò a suscitare l'ira della Turchia.
Barack Obama, prima di essere eletto nel 2008, si era impegnato ad riconoscere il genocidio armeno ma non lo fece. La risoluzione sulle sanzioni è stata approvata con 403 si' e 11 no. Ora deve pronunciarsi il Senato. Il doppio schiaffo arriva dopo che Trump ha ritirato le truppe Usa dalla Siria abbandonando gli alleati curdi all' offensiva turca. Incalzato dal Congresso, il tycoon ha imposto alcune sanzioni modeste, revocandole non appena è stata annunciata la tregua. Ma Capitol Hill è ancora irritata, in un raro momento di unità bipartisan sullo sfondo della battaglia per l'impeachment.
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