Il Regno Unito 'inizia a invertire la tendenza' nella lotta contro la pandemia. Lo ha detto ieri il premier britannico Boris Johnson nella sua prima apparizione pubblica dopo la convalescenza. Il coronavirus "è un aggressore inatteso e invisibile nel suo assalto fisico, come posso dirvi per esperienza personale", ha aggiunto il premier da Downing Street, assicurando che il Regno Unito ha "iniziato a metterlo al tappeto" grazie al rispetto del lockdown, ma che serve prudenza.
Johnson ha detto di capire il peso "delle misure di distanziamento sociale", ma ha anche avvertito che occorre evitare un secondo picco, che sarebbe "un disastro economico". Poi, ha spiegato che sono 5 le condizioni che il Paese deve ancora manifestare prima di poter avviare un progressivo superamento del lockdown: calo del numero dei morti, protezione del servizio sanitario nazionale, calo del tasso di diffusione dell'infezione, soluzione delle sfide sui test e garanzia di evitare un secondo picco.
Oggi il governo britannico non ha confermato le indiscrezioni dei media sull'ipotetico annuncio, già questa settimana, di un primo piano sul futuro allentamento del lockdown: nessun impegno al riguardo è stato preso, ha tagliato corto un portavoce di Downing Street, facendo eco alle parole con cui ieri Johnson aveva sollecitato il Paese a "frenare le impazienze" su qualunque alleggerimento delle restrizioni.
"Abbiamo fissato la data del 7 maggio per la prossima revisione delle misure di distanziamento sociale e il governo resta concentrato su quella scadenza", ha detto il portavoce, lasciando intendere che al momento resta prematuro, data la situazione del Regno, anche solo avviare un pubblico dibattito sui contenuti della futura fase 2 e di una exit strategy dal lockdown.
L'inchiesta della Bbc sul flop dei governi
Il governo britannico è stato incapace di dotarsi di dispositivi di protezione individuali allo scoppio della pandemia di coronavirus. L'accusa arriva da un'inchiesta condotta dalla Bbc, che ha messo in luce la persistente mancanza di camici, mascherine e tamponi, fin da quando il virus è apparso nel Regno, a febbraio. Una carenza strutturale - denuncia l'emittente - che dura ormai da oltre 10
anni, nonostante i ripetuti avvertimenti rivolti dalle Autorità competenti di controllo all'Esecutivo attuale e ai precedenti. L'inchiesta rivela, in particolare, come i 33 milioni di kit stoccati nel 2009 si fossero ridotti in questi anni a 12 milioni.
Dall'inizio dell'epidemia sono morti circa 100 operatori sanitari negli ospedali britannici, molti dei quali costretti a lavorare senza protezioni sufficienti. Un portavoce del governo, commentando le conclusioni dell'inchiesta, ha ribadito gli sforzi fatti di fronte a un'epidemia senza precedenti e ad un'emergenza straordinaria, ma non ha risposto nel merito. Limitandosi ad assicurare il massimo impegno per colmare le lacune.
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