Asia

L'ambasciatore italiano a Tokyo: 'Puntare sulla ripresa'

Starace: 'Dobbiamo riportare gli scambi ai livelli pre Covid'

L'ambasciatore d'Italia a Tokyo, Giorgio Starace

Redazione Ansa

(di Alessandro Libri)

   Le gestioni dell'emergenza sanitaria in Italia e Giappone, a tratti comparabili durante la pandemia del coronavirus, l'importanza di un ripristino dei flussi turistici con il costante sostegno degli uffici consolari dell'ambasciata, e la ripresa spedita del promettente scambio commerciale tra Unione europea e il Paese del Sol Levante - particolarmente vantaggioso per il Made in Italy, tra i principali beneficiari dell'Accordo di libero scambio (Epa) in vigore dal febbraio 2019. Sono questi i principali dossier in fase di continuo aggiornamento sulla scrivania dell'ambasciatore d'Italia a Tokyo, Giorgio Starace, il cui progresso è stato condiviso in un'intervista all'ANSA. 

   "Italia e Giappone - spiega il diplomatico - vivono decisamente, per oggettivi meriti dei rispettivi sistemi sanitari e grazie alla disciplina e al sacrificio dei mesi scorsi, nella 'fase 3' di convivenza e superamento dell'emergenza Covid-19. Si tratta di due Paesi che, pur avendo conosciuto un impatto diverso dell'epidemia nella sua fase più acuta, stanno affrontando questa fase con grande maturità ed efficacia: monitoraggio costante del territorio e controllo dei contagi residuali, ma anche attenzione e sensibilità alla ripresa e al rilancio delle attività produttive, ivi inclusa la cruciale industria del turismo. I sistemi sanitari nazionali, italiano e giapponese, hanno dimostrato una straordinaria resilienza: lo evidenziano i numeri sempre più incoraggianti per l'Italia, come dimostrato dai quotidiani report del nostro ministero della Salute che non esitiamo a condividere, con trasparenza e assiduità, alle competenti autorità nipponiche". Il Giappone ancora oggi vieta l'ingresso ai cittadini di oltre 110 Paesi, tra cui l'Italia, malgrado l'alleggerimento delle restrizioni dell'Ue e le richieste di maggiori aperture.

    "Lavoriamo incessantemente come ambasciata - assicura Starace - affinché il Giappone riapra le sue frontiere innanzitutto ai tanti cittadini italiani che sono residenti di lungo termine in questo Paese e affinché ripartano i cruciali flussi business e turistici. L'importanza strategica del turismo giapponese per il nostro Paese è confermata dai dati. Nel 2018, secondo i dati Istat più aggiornati, i turisti giapponesi in visita hanno superato il milione di presenze con un aumento del 10% rispetto al 2017. Secondo i dati di Bankitalia si stima che nel 2019 i turisti giapponesi abbiano speso 913 milioni di euro su un totale di 2,8 miliardi di euro di acquisti effettuati nel complesso dai turisti asiatici in Italia e per una quota, quella giapponese, che ammonta pertanto al 32%.

   Un primo provvedimento da parte delle autorità giapponesi che riterrei cruciale per rianimare le relazioni people-to-people senza per questo rinunciare alle misure di sicurezza e prevenzione sanitaria che stanno a cuore a tutti noi è quello di assicurare innanzitutto la libera circolazione, in ingresso o re-ingresso nel Paese, dei cittadini italiani con uno status di Permanent Resident o con un visto pluriennale. L'ambasciata ha a tal riguardo promosso, sia a livello bilaterale, sia nel contesto del coordinamento europeo e tra ambasciate G7, una continua azione di sensibilizzazione diplomatica nei riguardi delle autorità giapponesi. I miei uffici sono sempre a disposizione della comunità italiana e la nostra priorità resta quella di tutelare gli interessi e veicolare le legittime esigenze dei nostri connazionali". Da un lato, dunque, la vigilanza sui diritti dei cittadini italiani, dall'altro i vantaggi economici che il nostro Paese può pienamente tornare a sfruttare sul mercato giapponese fino a raggiungere i livelli estremamente vantaggiosi di cui godeva prima della pandemia grazie al lavoro di promozione svolto.   

   "L'improvvisa crisi Covid che ha colpito anche il mercato giapponese a partire da febbraio-marzo scorsi genera inevitabili ripercussioni sui flussi commerciali bilaterali tra Italia e Giappone. Le importanti misure di carattere eccezionale messe in campo sia dall'Italia - ad esempio con il Patto per l'export varato dal ministro Di Maio - sia dal Giappone con ingenti programmi di stimolo all'economia devono indurci a un rinnovato ottimismo per i prossimi mesi. Il punto di partenza che insieme alle nostre aziende dobbiamo tenere presente - ricorda l'ambasciatore - è che qui in Giappone il Made in Italy è fortemente radicato nelle abitudini di consumo dei giapponesi, così come vi è una domanda consistente per tutto quello che l'Italia può mettere in campo nei settori della tecnologia e dell'innovazione.

   Un secondo punto di grande rilevanza è l'entrata in vigore dell'Epa Ue-Giappone, che ha determinato un ulteriore impulso al nostro export in quella che è la terza economia mondiale. Per la prima volta durante i primi dodici mesi di attuazione dell'Epa, tra il febbraio 2019 e il gennaio 2020, abbiamo raggiunto la cifra record di 10 miliardi di euro di esportazioni. Siamo stati il Paese Ue che in termini di valore ha usufruito maggiormente delle liberalizzazioni tariffarie dell'Epa. Circa tre miliardi di merci sono entrate in Giappone attraverso le preferenze Epa. In tutti i settori interessati dalle principali liberalizzazioni dell'accordo, il Made in Italy è cresciuto sensibilmente: agroalimentare +11,8%, tessile e moda +9,4%, chimico-farmaceutico +13,4%, gioielleria +19,4%, prodotti in plastica e metallo +6,9%, design e arredo +7,4%. Questi dati dimostrano come a livello di Sistema Paese sia stato effettuato un eccellente raccordo tra istituzioni e aziende che ci ha permesso di essere informati ed efficienti per tutto ciò che riguarda le procedure e le regole di origine.

    L'ambasciata a Tokyo e il Sistema Italia in Giappone accompagnano e accompagneranno questa dinamica con un articolato e dinamico programma promozionale". 
   

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