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Trump grazia 73 persone, tra cui Steve Bannon e l'italiano Tommaso Buti

Nessun perdono ad Assange e Snwoden, come ci si aspettava. Nessun provvedimento di clemenza nemmeno per Giuliani

Redazione Ansa

Il presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump ha concesso la grazia a 73 persone, tra cui - come preannunciato - il suo ex consigliere Steve Bannon, uomo chiave nella vittoria presidenziale del 2016 prima di essere allontanato dallo stesso Trump e in seguito accusato di appropiazione indebita di fondi presumibilmente destinati alla costruzione del muro al confine tra Stati Uniti e Messico. 

Poco prima di lasciare il suo incarico, Trump "ha concesso la grazia a 73 persone e ha commutato le condanne di altre 70", ha reso noto la Casa Bianca in una nota.

Tra le persone cui il presidente uscente ha concesso la piena grazia c'è anche un cittadino italiano: l'imprenditore fiorentino Tommaso Buti. Il suo nome compare nell'elenco diffuso dalla Casa Bianca, dove si sottolinea che Buti "non è stato condannato negli Stati Uniti". Tramite la sua legale Valeria Calafiore Healy, l'uomo d'affari ha ringraziato Trump. "Il provvedimento del presidente americano - sottolinea il suo avvocato in una nota - riguarda ipotizzati reati contro il patrimonio occorsi più di 20 anni fa e per i quali l'imprenditore italiano fu già processato in Italia e alla fine prosciolto dalla Corte di Appello nel 2007. La grazia che gli è stata concessa lo libera dall'ingiustizia che avrebbe continuato a patire se fosse stato costretto a subire un processo una seconda volta sugli stessi fatti per cui era già stato giudicato".

Tra le persone graziate mancano nomi eccellenti come Rudy Giuliani, Edward Snowden e Julian Assange, oltre a sé e ai suoi figli. Le grazie, e le 70 commutazioni della pena, concesse erano ampiamente previste ed è in linea con una lunga tradizione presidenziale di 'clemenza all'ultimo minuto'. Ma la lista ha riservato anche qualche sorpresa.

Era nell'aria da giorni e alla fine Trump ha confermato le voci non graziando né Assange né Snowden, entrambi accusati dalla giustizia Usa di aver diffuso materiale top secret. Prima di dimettersi l'anno scorso, l'ex procuratore generale William Barr aveva pubblicamente esortato Trump a non concedere la grazia a Snowden. Stessa sorte è toccata all'avvocato Giuliani, che qualche giorno fa aveva dichiarato di non avere bisogno della grazia. 

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