L'escalation fra israeliani e palestinesi è iniziata gradualmente un mese fa, con l'inizio del Ramadan, il mese di digiuno islamico. A Gerusalemme giovani palestinesi hanno attaccato passanti ortodossi isolati ed in breve tempo nazionalisti ebrei hanno replicato aggredendo per strada palestinesi isolati. Per alcune nottate le strade di Gerusalemme sono divenute teatro di estese violenze.
IL RAMADAN - Al centro delle tensioni, la porta di Damasco, uno dei luoghi di ritrovo dei giovani palestinesi per il Ramadan. Quest'anno la polizia vi ha invece dislocato transenne, per ragioni di ordine pubblico.
SHEIIKH JARRAH - A gettare altra benzina sul fuoco sono state le tensioni a Sheiikh Jarrah, un rione di Gerusalemme est dove da anni cresce la presenza di famiglie ebraiche attorno alla tomba di un antico rabbino. Lo sfratto di alcune famiglie palestinesi che abitano in edifici la cui proprietà è rivendicata da un'associazione ebraica è divenuto imminente, mentre volge al termine un dibattito decisivo alla Corte Suprema. Sul terreno si sono moltiplicati i tafferugli fra israeliani e palestinesi.
CISGIORDANIA - Di pari passo con le tensioni a Gerusalemme, si sono verificati episodi di violenza in Cisgiordania. Presso Nablus l'allievo di un collegio rabbinico è stato ucciso da un attentatore palestinese, che è stato catturato alcuni giorni dopo. A Jenin due miliziani palestinesi, che si apprestavano a condurre un attentato a Gerusalemme, sono stati intercettati dalla guardia di frontiera e colpiti a morte.
LA SPIANATA DELLE MOSCHEE - Poi sono arrivati i disordini sulla spianata delle Moschee. In occasione del Laylat al-Khader, la 'Notte del Destino' che è la ricorrenza più solenne prima dell'Id el-Fiter (la conclusione del Ramadan), gravi disordini sono avvenuti sulla Spianata a Gerusalemme, dove erano convenute decine di migliaia di fedeli. Circa 200 palestinesi sono rimasti feriti, o contusi. In concomitanza con la fine del Ramadan, Israele ha celebrato ieri il Jerusalem Day con cui festeggia la riunificazione della città avvenuta dopo la Guerra dei sei giorni (1967). Per calmare gli animi, la polizia ha vietato l'ingresso di ebrei religiosi nella Spianata (che per gli ebrei è il Monte del Tempio) e ha impedito che una folla di nazionalisti, la 'Marcia delle Bandiere', raggiungesse la Città Vecchia. Ma Gerusalemme ha vissuto egualmente una giornata di estese violenze.
L'ULTIMATUM DI HAMAS - Hamas ha dato tempo ad Israele fino alle 18 (le 17 in Italia) di ieri 10 maggio "per far uscire i suoi soldati e i suoi coloni dalla Moschea Al Aqsa e dal rione di Sheikh Jarrah e di rilasciare chi è stato arrestato in questi giorni". Allo scadere dell'ultimatum il portavoce dell'ala militare di Hamas, brigate Ezzedin al-Kassam, ha confermato che il suo movimento ha lanciato una salva di razzi verso Gerusalemme. "Si è trattato di una risposta - ha precisato - all'aggressione e ai crimini contro la Città Santa e alle prevaricazioni contro il nostro popolo nel rione di Sheikh Jarrah e nella moschea al-Aqsa".
C'è ora il fondato timore che Gaza si accinga ad affrontare un nuovo sanguinoso conflitto con Israele, dopo le operazioni 'Piombo fuso' (2008), 'Colonna di nuvola' (2012) e 'Margine protettivo (2014).
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