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Siria: l'acqua dell'Eufrate scarseggia, milioni di persone a rischio

Allarme lanciato da organizzazioni curde, Turchia sotto accusa

Redazione Ansa

Nel nord-est della Siria la portata del fiume Eufrate è minore rispetto agli altri anni e questo rischia di rendere inoperative le due principali centrali idroelettriche della regione, riducendo drasticamente la fornitura già carente di elettricità e acqua potabile.
    L'allarme è stato lanciato nelle ultime ore da diverse organizzazioni umanitarie locali curdo-siriane che lavorano nelle regioni nord-orientali, controllate dall'ala siriana del Partito dei lavoratori curdi (Pkk) anti-turchi.
    La chiusura di entrambe le dighe comporterebbe la perdita della principale fonte di elettricità per tre milioni di persone e una carenza di acqua potabile per oltre cinque milioni di persone, affermano le organizzazioni umanitarie.
    L'Eufrate, che nasce in Turchia, solitamente viene inondato di acqua tra gennaio e aprile ma quest'anno il livello d'acqua registrato nel tratto turco del fiume è particolarmente basso.
    In Turchia si è inoltre registrata una diminuzione delle precipitazioni quest'anno.
    Il governo di Ankara, che controlla direttamente e indirettamente ampi territori siriani nel nord-ovest e nel nord-est anche tramite milizie locali anti-curde, è da settimane accusato sia dal governo centrale siriano sia dalle autorità curdo-siriane di esser responsabile della riduzione della portata d'acqua del fiume.
    L'acqua dell'Eufrate alimenta due centrali elettriche, quella di Tabqa e quella di Tishrin, entrambe gestite dalle forze curdo-siriane, ostili alla Turchia.
    Le organizzazioni umanitarie siriane, citate dal sito di notizie al Monitor, affermano che la diga di Tishrin sta attualmente vivendo livelli di acqua estremamente bassi, con conseguenti blackout elettrici. Se l'approvvigionamento idrico non viene aumentato, la diga dovrà cessare di funzionare entro metà giugno, affermano le organizzazioni. Anche le riserve d'acqua nella diga di Tabqa sono esaurite per oltre l'80%, si afferma nella relazione diffusa dai media regionali.
    Entrambe le dighe assicurano acqua ed elettricità non solo alle zone controllate dalle forze curde ma anche alle aree governative e a quelle sotto controllo turco a nord di Aleppo.

   

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