La Danimarca ha approvato oggi una legge che permetterà di aprire centri di accoglienza per richiedenti asilo fuori dal suo territorio nazionale, 'delocalizzandoli' di fatto, in paesi terzi. Il testo è parte della stretta sull'immigrazione del governo socialdemocratico guidato dalla premier Mette Frederiksen ed ha un chiaro scopo 'deterrente', ovvero ambisce a dissuadere l'arrivo di migranti nel paese nordico. Forte del sostegno di destra ed estrema destra e nonostante l'opposizione di alcune formazioni di sinistra, il testo è passato ad ampia maggioranza. Una norma che ha aperto un fronte di scontro con l'Ue e innescato la reazione delle organizzazioni per i diritti umani. L'inizitiva rischia di minare il sistema di asilo, ha stigmatizzato Bruxelles condividendo le preoccupazioni dell'Onu. Con l'Unhcr che parla di una legge contro i principi di cooperazione internazionale per i rifugiati.
E in tema di cooperazione sui migranti, tema che sarà all'esame del prossimo consiglio dei ministri degli Interni a Bruxelles martedì prossimo, la strada per l'Italia resta tutta in salita. "Le discussioni" su un meccanismo di solidarietà temporaneo per i ricollocamenti dei migranti dall'Italia "sono in corso, ma non è chiaro se condurranno ad un accordo. L'Italia dovrebbe essere un po' più disponibile e flessibile nei negoziati sul Patto sull'Asilo, per fare progressi", hanno spiegano fonti diplomatiche europee, aggiungendo che "talvolta viene dimenticato che Francia e Germania hanno ricevuto e continuano a ricevere più profughi e migranti rispetto all'Italia. Anche questo porta a interrogativi rispetto ad un meccanismo" di questo genere