Il Tribunale dell'Aja ha confermato oggi in appello la condanna all'ergastolo per Ratko Mladic, il boia di Srebrenica. La sentenza è definitiva, senza ulteriori possibilità di ricorsi.
Respingendo il ricorso della difesa, i giudici dell'Aja hanno confermato le accuse di genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità a carico dell'ex capo militare dei serbi di Bosnia, ribadendo il carcere a vita per l'ex generale.
Mladic (78 anni) era presente in aula e ha seguito con le cuffie della traduzione la lettura del lungo dispostivo della sentenza. In giacca scura e cravatta azzura, affiancato da due agenti della sicurezza, l'ex generale è apparso in buone condizioni, accigliato e perplesso per tutte le accuse confermate a suo carico.
Ratko Mladic, ultimo criminale di guerra eccellente giudicato dalla giustizia internazionale, è stato riconosciuto responsabile in particolare per il genocidio di Srebrenica, dove nel luglio 1995 furono massacrati 8 mila bosniaci musulmani, e per il lungo assedio di Sarajevo durante il conflitto armato in Bosnia del 1992-1995.
"Questa storica sentenza mostra che coloro che commettono crimini orribili saranno considerati responsabili e rafforza la nostra comune risolutezza nel prevenire che future atrocita' accadano in qualsiasi parte del mondo": cosi' Joe Biden ha commentato in una nota la conferma in appello da parte del Tribunale dell'Aja della condanna all'ergastolo per Ratko Mladic, il boia di Srebrenica.
"Spero sinceramente che la conferma del verdetto di colpevolezza di Ratko Mladic porti il sollievo della giustizia compiuta alle molte vittime che hanno sofferto le atrocità e perso le persone amate a Srebrenica, Sarajevo e in altri comuni durante la guerra degli anni '90 nell'ex Iugoslavia". Lo ha dichiarato Dunja Mijatovic, commissario dei diritti umani del Consiglio d'Europa. "Mentre il caso Mladic è chiuso, le idee su cui poggiavano il genocidio e le atrocità commesse sotto il suo comando sono ancora molto presenti, e sono sfruttate dai nazionalisti che vogliono che il futuro della regione sia caratterizzato dalle divisioni etniche, discriminazione e odio per gli altri", prosegue Mijatovic. "Dobbiamo denunciare queste idee e opporci ad esse con vigore - sottolinea il commissario -. Venire a patti con il passato e rendere la giustizia è il solo modo di raggiugere la riconciliazione nell'ex Iugoslavia".