Focus sull'ambiente e sulla battaglia contro i cambiamenti climatici nella terza e ultima giornata del vertice G7 a presidenza britannica di Carbis Bay, il primo post pandemia, allargato da ieri in Cornovaglia ai leader ospiti di Australia, Corea del Sud, India, Sudafrica e di Onu e Oms. Dopo le annunciate dichiarazioni su piano pandemico globale e vaccini anti-Covid e sul contenimento della Cina, è il turno di quella sul clima: con impegni più rigorosi contro le emissioni, giura il padrone di casa Boris Johnson e la promessa anticipata da fonti Usa di frenare il riscaldamento delle temperature globali future non oltre 1,5 gradi.
La mattinata, articolata in due sessioni di lavoro prima delle conferenze stampa conclusive d'inizio pomeriggio, è stata introdotta da un messaggio del 95enne sir David Attenborough, naturalista, divulgatore e celeberrimo autore di documentari targati Bbc, scelto dal governo Johnson come ambasciatore speciale sul dossier climatico, il quale ha avvertito i Grandi che non c'è tempo da perdere. E che gli esseri umani sono già sull'orlo dell'abisso, sul punto "di destabilizzare l'intero pianeta" e la natura in modo irrimediabile. Per tutta risposta, nella bozza di dichiarazione diffusa dalla presidenza britannica, il vertice di Carbis Bay mette fra l'altro sul tavolo un piano finanziario per la realizzazione d'infrastrutture ecologicamente sostenibili nei Paesi in via di sviluppo nell'ambito di una strategia da condividere poi nella conferenza internazionale sul clima CoP26 in programma a Glasgow a novembre (che sarà presieduta sempre dal Regno Unito in partnership con l'Italia). Nonché il sostegno a un piano per fermare l'impoverimento delle biodiversità nel mondo entro il 2030. Boris Johnson lancia inoltre la proposta di un contributo da mezzo miliardo di sterline da destinare attraverso lo UK Blue Planet Fund a Paesi come Ghana, Indonesia e isole del Pacifico contro la pesca sregolata e l'inquinamento dei mari, in difesa dell'ecosistema costiero e a tutela delle barriere coralline. "Proteggere il nostro pianeta - ha dichiarato il premier britannico a margine dell'apertura stamattina della giornata finale del summit - è la cosa più importante che i leader possano fare per la gente. Vi è una relazione diretta fra la riduzione delle emissioni nocive, la salvaguardia della natura, la creazione di posti di lavoro e la garanzia d'una crescita economica a lungo termine. Come nazioni democratiche, abbiamo la responsabilità anche di aiutare i Paesi in via di sviluppo" sulla strada di una crescita pulita, e questo G7 rappresenta un'opportunità senza precedenti per guidare il mondo verso una Rivoluzione Industriale Green che abbia il potenziale di trasformare il nostro modo di vivere".
Il Regno Unito continua a ritenere verosimile l'origine animale del Covid e "non crede" all'ipotesi di una fuga del virus dal laboratorio cinese di Wuhan sulla base dei rapporti a sua disposizione; ma invoca comunque un'indagine internazionale e chiede che la Cina condivida in modo trasparente le informazioni richieste. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab, in un'intervista concessa nelle ore in cui a Carbis Bay si svolge la giornata finale del primo vertice G7 post pandemia. I leader dei Sette, ha rivelato Raab, hanno "confrontato le rispettive note" su questo dossier.