Alla vigilia dell'11 settembre, giorno in cui nel 1973 il generale Augusto Pinochet realizzò un colpo di stato contro il presidente Salvador Allende, il membro dell'Assemblea costituente cilena, Roberto Celedón, ha reso ieri al leader di 'Unidad popular' un emotivo omaggio, sostenendo che "preferì perdere il potere senza lanciare un appello alla resistenza che avrebbe provocato una guerra civile".
Numerose iniziative sono state annunciate per ricordare oggi il golpe militare che mise fine all'esperienza di Allende. La principale sarà un corteo che alle 10 (le 15 italiane) partirà da Plaza Los Héroes di Santiago per dirigersi verso il Memoriale dei detenuti desaparecidos del Cimitero generale nel quartiere della Recoleta.
Il governo, basandosi sulle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, ha autorizzato per quel corteo un massimo di 5mila partecipanti, mentre altre commemorazioni dovranno svolgersi con un massimo di 50-100 persone.
Molte di queste ultime si svolgeranno, per un tempo limitato di 30 minuti, davanti al monumento a Salvador Allende che si trova fra le vie Morandé e Moneda, al lato del palazzo presidenziale. Daniela Serrano, uno dei membri dell'Assemblea costituente che sta lavorando al testo della nuova Costituzione cilena, ha ricordato che nel suo ultimo discorso Allende lanciò un messaggio di speranza sostenendo che "molto presto si apriranno di nuovo i grandi viali su cui camminerà l'uomo libero, per costruire una società migliore''.
Per Serrano quella nuova fase storica "è cominciata il 19 ottobre 2019 con l'inizio delle proteste sociali in Cile e si sta materializzando con la redazione della nuova Costituzione che archivierà quella di Pinochet".
Dal 10 al 12 settembre per la prima volta in quasi mezzo secolo, la tv pubblica cilena propone la trilogia 'La batalla de Chile' del regista cileno Patricio Guzmán.