Non ha usato mezzi termini per condannare l'attacco russo all'Ucraina il premier Boris Johnson che a mezzogiorno, dopo aver presieduto una seduta straordinaria del comitato d'emergenza Cobra, si è rivolto con un messaggio televisivo ai britannici. Ha accusato il presidente Vladimir Putin di essere un "dittatore" che ha scatenato una guerra senza giustificazioni e che per questo la Russia sarà condannata a diventare uno "Stato paria".
E torna a essere una priorità il dibattito su una nuova normativa per colpire direttamente gli interessi economici e i capitali considerati opachi che fanno riferimento a oligarchi e imprenditori russi molto attivi nel Regno Unito. Il rilancio di una battaglia per colpirli è guidata dal leader laburista Keir Starmer, che nel pomeriggio ha tenuto a sua volta un discorso alla nazione in veste di leader dell'opposizione. Nel mirino è finito il magnate Roman Abramovich, proprietario fra le altre cose del Chelsea, che manca da mesi da Londra e passa grande parte del suo tempo tra la Russia e Israele soprattutto, dopo aver ottenuto la cittadinanza dello Stato ebraico. Il deputato laburista Chris Bryant ha presentato un documento dell'Home Office, datato 2019, in cui si fa riferimento alla necessità di fare luce sui legami illeciti del magnate "con lo Stato russo e della sua associazione con attività e pratiche di corruzione". "Sono passati quasi tre anni e tuttavia è stato fatto molto poco in relazione", ha detto Bryant, che ha avanzato la possibilità di privare Abramovich del diritto di possedere un club della Premier League e di congelare i suoi asset. Intanto contro una possibile minaccia russa hanno alzato la guardia i funzionari dell'Home Office che temono cyberattacchi da parte di Mosca nel Regno Unito. Mentre tra la comunità ucraina c'è chi cerca modi per tornare in patria e arruolarsi nelle forze armate.
IL PUNTO DA LONDRA - Bojo alza toni, Putin è un dittatore
Premier annuncia dure sanzioni. Starmer attacca gli oligarchi