"Il grido straziante d'aiuto dei nostri fratelli ucraini ci spinge" a "piangere con loro e a darci da fare per loro; a condividere l'angoscia di un popolo ferito nella sua identità, nella sua storia e tradizione": così il Papa nel messaggio alle Giornate Sociali Cattoliche Europee. "Il sangue e le lacrime dei bambini, le sofferenze di donne e uomini che stanno difendendo la propria terra o scappando dalle bombe scuotono la nostra coscienza. Ancora una volta l'umanità è minacciata da un abuso perverso del potere e degli interessi di parte, che condanna la gente indifesa a subire ogni forma di brutale violenza".
"Oggi più che mai urge rivedere lo stile e l'efficacia dell'ars politica". Lo dice il Papa nel messaggio al Ccee, la confederazione dei vescovi europei. "Davanti ai tanti mutamenti a cui stiamo assistendo a livello internazionale, è doveroso rendere possibile lo sviluppo di una comunità mondiale, capace di realizzare la fraternità a partire da popoli e nazioni che vivano l'amicizia sociale. La guerra, che lascia il mondo peggiore ed è un fallimento della politica e dell'umanità, una resa vergognosa alle forze del male - dice il Papa citando la sua enciclica Fratelli Tutti - possa suscitare in questo senso una reazione di segno opposto, un impegno a rifondare un'architettura di pace a livello globale dove la casa europea, nata per garantire la pace dopo le guerre mondiali, abbia un ruolo primario".
"Siamo abituati a sentire notizie delle guerre lontane: Siria, Yemen. Abituati. Adesso la guerra si è avvicinata, è a casa nostra praticamente, e questo ci fa pensare sulla 'selvaggità' della natura umana, fino a dove siamo capaci...assassini dei nostri fratelli", ha detto il Papa nell'udienza ai partecipanti ad un convegno sull'educazione.
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