"Anche se non si vedono solo lì, e ci puntano". La costa di Odessa è un'immensa trincea fatta di sabbia e cavalli di frisia, guardata a vista 24 ore su 24 da centinaia di soldati che si danno il cambio da un mese a questa parte. E' una trincea a suo modo unica, perché è lambita dall'acqua. L'acqua del Mar Nero. E' lì che si nasconde il nemico. E' da lì che, anche nel trentunesimo giorno di guerra, sono arrivati tre missili cruise prontamente abbattuti dalla contraerea ucraina. Il Ponto Eusino, il 'mare ospitale' dell'antica Grecia, di ospitale per Odessa non ha più niente.
Le trincee della costa di Odessa sono off-limits ai civili. E quando è possibile visitarle, all'ospite viene intimato di togliere la geolocalizzazione nel cellulare e di fare foto senza dare alcun indizio sul paesaggio circostante. In una di queste trincee, in un nuvoloso venerdì di guerra, si festeggia la promozione di un soldato a capitano. Per l'occasione, in quello che in tempi di pace era un bar sulla spiaggia, ecco arrivare tre membri della Filarmonica di Odessa. Un musicista e due cantanti. L'atmosfera è perfino allegra, si intonano canti folcloristici e ci si alza in piedi per l'inno nazionale ucraino. 'Slavia ukraini' (Gloria all'Ucraina) è il saluto con cui, musicisti e soldati, concludono il breve intermezzo. Poi ognuno torna ai propri compiti. Uno su tutti: perlustrare la costa.
In lontananza, ma neanche troppo, la contraerea fa sentire la sua presenza. I colpi sono ripetuti, il cielo è attraversato da qualche bagliore. Tre, secondo il Comando operativo Sud, sono i missili russi che gli ucraini hanno abbattuto. "La nostra brigata era nel Donbass. Poi a settembre siamo tornati", racconta un militare senza soffermarsi sul numero di componenti della squadra. Poco più in là un soldato è in postazione da combattimento: mitra puntato verso il Mar Nero, ogni tanto si tira su per sgranchirsi le gambe. Tre gatti, vicino a quello che fino all'estate scorsa fungeva da spogliatoio per i bagnanti, danno il loro silente contributo nella perlustrazione. Un filo spinato e dei cavalli di frisia si stagliano a metà della spiaggia. Andare oltre sarebbe fatale: il terreno è minato. E' così per l'intera costa di Odessa ad accezione di Arcadia Beach, la spiaggia della movida sfrenata dove ora il massimo della libertà concessa è una passeggiata a piedi nudi sulla sabbia.
L'attesa di Odessa a volte è snervante. Ai media ucraini il sindaco Gennady Trukhanov, uno che non le ha mai mandate a dire, ha spiegato come la città resti uno degli obiettivi principali di Mosca. Il rischio, ha avvertito, "è che sia circondata". Dal mare da un lato, da Est dall'altro, se i russi sfondassero a Mykolaiv. E da Ovest. Ovest? Sì, perché a poco più di un'ora di auto da Odessa campeggia l'autoproclamata Repubblica di Transnistria. Pochi mesi fa balzò alle cronache per lo Sheriff Tiraspol, squadra rivelazione della Champions League. Ora potrebbe fare da contraltare bielorusso ad un'offensiva di Mosca nel Sud.
L'attesa di Odessa, altre volte, sembra infischiarsene dei missili. Il cosiddetto 'Book Market' è tornato timidamente a riempirsi. Dentro non ci sono solo libri. Si può trovare dal caffè italiano al tonno spagnolo. Si cambiano euro e dollari in nero. E negli ultimi giorni sono comparsi anche souvenir anti-russi: dai magneti alle spillette fino alle magliette con tanto di scritta 'Puterast', fusione delle parole Putin e pederasta. E da sabato mattina, a Odessa, riapre anche lo zoo.
Avrà un orario ridotto ma basterà, per ora, a dimenticarsi solo un po' di questa maledetta guerra.