In attesa che riprendano i colloqui di pace tra le delegazioni di Mosca e Kiev, la guerra sul campo si combatte senza sosta. Anche in territorio russo. Secondo la Tass, infatti, due elicotteri ucraini, volando a bassa quota, sarebbero entrati nello spazio aereo russo e avrebbero colpito un deposito di carburante nella regione di Belgorod mandando in fiamme 8 dei 27 serbatoi di petrolio presenti nell'area. Il ministero russo per le emergenze avrebbe inviato sul posto almeno 170 vigili del fuoco coadiuvati da 50 mezzi per spegnere il rogo che viene descritto di notevoli dimensioni. Gli abitanti delle case vicine al deposito in fiamme sarebbero stati evacuati. E, secondo il sindaco della città, Anton Ivanov, non ci sarebbero feriti. Cresce, invece, il bilancio delle vittime in territorio ucraino. Secondo la Procura generale di Kiev sarebbero "quasi 400 i bambini" feriti e uccisi dall'inizio della guerra. E "di questi - scrive su Telegram l'ufficio del procuratore - 153 sono stati uccisi e più di 245 feriti".
Inesorabili gli scontri. Secondo gli '007' britannici, "le forze ucraine" avrebbero "ripreso i villaggi di Sloboda e Lukashivka nel sud di Chernihiv" e si sarebbero "posizionate lungo una delle principali vie di rifornimento tra la città e Kiev" e avrebbero anche "continuato a mettere a segno delle controffensive di successo seppur limitate nell'est e nel nord-est di Kiev". "Sia Chernihiv che Kiev - spiega ancora l'intelligence - sono state soggette a continui attacchi dal cielo e con missili nonostante le dichiarazioni russe sulla riduzione delle attività in queste aree".
Kiev denuncia che "più di 100.000 civili" sarebbero ancora "intrappolati a Mariupol senza forniture mediche che non si riescono a consegnare da 36 giorni". E infatti procederebbero molto a rilento le operazioni per realizzare il corridoio umanitario previsto per oggi che consentirebbe di far uscire le persone dalla città e far arrivare gli aiuti anche alimentari.
Secondo un inviato della Bbc, solo un piccolo convoglio del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) di 3 veicoli avrebbe lasciato sinora Zaporizhzhia, viaggiando verso Mariupol "con lo scopo di cercare di facilitare l'evacuazione dei civili dalla città assediata". La squadra, spiega sempre l'emittente britannica, avrebbe ricevuto "un po' prima le garanzie di sicurezza richieste". L'obiettivo sarebbe quello di "completare l'operazione in giornata" anche se un assistente del sindaco di Mariupol, Petro Andryushchenko, citato dai media internazionali dice che "è molto pericoloso" per chiunque cercare di lasciare la città. "In alcune regioni - afferma Oleksii Iaremenko, vice ministro del governo ucraino, in un'intervista a Sky News, riportata dal Guardian - i corridoi umanitari non funzionano" quindi si chiedono "ancora più aiuti" da parte dei Paesi occidentali.
Sempre secondo gli ucraini, sarebbe salito a 24 il numero delle "vittime dell'attacco russo di martedì contro l'edificio dell'amministrazione statale regionale di Mykolaiv, nel sud dell'Ucraina. Mentre, a Melitopol, secondo il sindaco Ivan Fedorov, i russi non consentirebbero ai civili di lasciare la città: almeno "70-75mila persone", dichiara, non sarebbero riuscite ad andar via. "Tutti vengono mandati solo in Crimea. Dicono che puoi arrivarci senza problemi, ma la nostra gente non vuole andare in Crimea", spiega il sindaco. "Pesanti bombardamenti" da parte dell'esercito russo nella regione di Lugansk vengono poi denunciati dal capo dell' amministrazione regionale militare di Lugansk, Serhii Haidai, secondo quanto riporta la Cnn. E conseguenze sempre più gravi si registrano anche sul fronte economico con il prezzo del gas che vola in Europa "dopo la decisione di Putin di chiedere il pagamento delle forniture in rubli anziché in euro o in dollari". In avvio, le quotazioni ad Amsterdam segnano un balzo a 132 euro al Mwh, in rialzo del 4,8% rispetto alla chiusura di ieri. A Londra il prezzo sale a 305 penny al Mmbtu, in aumento dell'1,9%.