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Ucraina: Viminale, in Italia 81.739 profughi

Lo rende noto il Viminale

(archivio)

Redazione Ansa

Sono complessivamente 81.739 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte finora in Italia, 78.404 delle quali alla frontiera e 3.335 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Lo rende noto il Viminale. Rispetto a ieri, l'incremento è di 1.117 ingressi nel territorio nazionale.

Nel dettaglio sono 42.181 donne, 8.285 uomini e 31.273 minori. Le città di destinazione dichiarate all'ingresso in Italia continuano a essere Milano, Roma, Napoli e Bologna.

Si stringono i tempi per l'utilizzo dei beni confiscati alle mafie ai fini di accoglienza dei profughi ucraini. Il Capo dipartimento per le libertà civili e per l'immigrazione Francesca Ferrandino ha infatti adottato, d'intesa con l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata, le linee guida previste dal protocollo d'intesa sottoscritto lo scorso 25 marzo. Il protocollo consente l'utilizzo sia degli immobili in gestione all'Agenzia - in precedenza stimati in 234 beni tra strutture abitative e ricettive), sia di quelli già trasferiti ai comuni ma non ancora utilizzati (388 immobili). Nel primo caso, le linee guida prevedono che il direttore dell'Agenzia, con proprio decreto, metta a disposizione dei prefetti i beni immediatamente disponibili o in un tempo stimato di 15 giorni in seguito alle attività di verifica svolte dalle prefetture interessate e sulla base dell'elenco proposto dalla stessa Agenzia. Nelle strutture assegnate le prefetture potranno realizzare dei centri di accoglienza straordinaria (Cas) con la sottoscrizione di accordi di collaborazione con le amministrazioni comunali o individuando un ente gestore per l'affidamento dei servizi di accoglienza. Per gli immobili già destinati ai comuni, l'Agenzia provvederà a trasmettere alle prefetture e all'Anci l'elenco dei beni potenzialmente fruibili per l'accoglienza dei profughi ucraini, individuati a seguito della ricognizione svolta in raccordo tra prefetture e enti locali titolari. I comuni potranno usarli nell'ambito di accordi di collaborazione per l'attivazione di centri di accoglienza straordinaria, oppure mediante sottoscrizione di accordi di partenariato con enti del Terzo settore. In caso di stabile destinazione del bene alle finalità di accoglienza e integrazione, i comuni potranno partecipare ai bandi del ministero dell'Interno per la selezione di progetti finanziati a valere sul Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo per l'implementazione del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai).
   

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