Si stringe la morsa dell'Esercito russo sull'acciaieria Azovstal di Mariupol e sul Donbass, mentre Mosca espelle 37 diplomatici europei. Il Ministero della Difesa russo continua a lanciare ultimatum agli ucraini che restano asserragliati nell'acciaieria di Mariupol sulla quale, intanto, non cessano i bombardamenti, anche con armi anti-bunker. All'interno vi sarebbero anche un migliaio di civili che Mosca sollecita Kiev a far uscire, accusando gli ucraini di volerli usare come scudi umani. Intanto l'intelligence ucraina diffonde l' intercettazione di una telefonata tra un militare russo e sua moglie in cui sostiene che da Mosca sarebbe partito invece l'ordine di "radere al suolo" l'acciaieria, dove, a suo dire, sarebbero rimasti solo pochi 'irriducibili patrioti'.
"Basta a questa resistenza insensata", "deponete le armi", è l'appello lanciato dai russi che a fine mattinata annunciano un cessate il fuoco temporaneo e l'apertura, a partire dalle 14 ora locale, di un corridoio umanitario per consentire l'uscita in sicurezza dall'acciaieria.
Il leader ceceno Ramzan Kadyrov su Telegram, citato dalla Tass, afferma che "le forze ucraine saranno presto completamente sgomberate dall'impianto... Oggi prenderemo il controllo completo di Azovstal, al più tardi domani".
La Russia, intanto, espelle 37 diplomatici europei, tra cui 15 olandesi e alcuni belgi, come misura di ritorsione per provvedimenti analoghi presi contro diplomatici russi. Gli Usa, dal canto loro, valutano un inasprimento delle sanzioni, "nei settori che hanno più valore per il presidente russo Vladimir Putin". Dall'inizio della guerra circa "7,1 milioni di persone in Ucraina, inclusi 2,8 milioni di bambini, sono sfollati interni.
Oltre 11 milioni di persone sono fuggite dalle loro case, quasi un quarto della popolazione totale". Lo dichiara Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia.