"20-25 milioni di tonnellate di grano devono lasciare l'Ucraina in meno di 3 mesi. Per il prossimo raccolto sono previste altre 50 milioni di tonnellate di cereali, ma c'è spazio solo per ospitare il 50% di questa quantità". E' il monito lanciato dalla commissaria Ue ai Trasporti, Adina Valean, ai ministri dell'Agricoltura riuniti a Bruxelles. "Liberare la capacità di stoccaggio è la priorità immediata in Ucraina ma anche nell'Ue", ha detto, sottolineando che "l'obiettivo" di export di grano da raggiungere è "un minimo di 3 milioni di tonnellate al mese, idealmente 4" per "garantire spazio sufficiente per il prossimo raccolto".
Il primo treno merci con un carico di grano dall'Ucraina è arrivato in Lituania attraverso la Polonia, al porto di Klaipeda. Lo hanno riferito le ferrovie di stato di Vilnius. Per le sue esportazioni, Kiev è alla ricerca di rotte alternative ai porti ucraini, bloccati dal conflitto con la Russia.
Intanto un video pubblicato dalla Cnn mostra nuove foto satellitari del porto di Sebastopoli, in Crimea, in cui sembra che due navi russe carichino quello che si ritiene sia grano ucraino rubato.
Le nuove immagini della Maxar Technologies, datate 19 e 21 maggio, mostrano le navi - la Matros Pozynich e la Matros Koshka - attraccate accanto a silos di grano, con il cereale che si riversa da un nastro in una stiva aperta. Secondo il sito di tracciamento navale MarineTraffic.com, entrambe le navi hanno lasciato il porto: la Matros Pozynich sta navigando nel Mar Egeo, affermando di essere diretta a Beirut, mentre la Matros Koshka si trova ancora nel Mar Nero.
L'emittente sottolinea che è difficile sapere con certezza se le navi siano state caricate con grano ucraino rubato, ma la Crimea, annessa alla Russia, produce poco grano, a differenza delle regioni ucraine di Kherson e Zaporizhzhia, ricche di colture, immediatamente a nord. Funzionari ucraini e fonti industriali hanno riferito che le forze russe nelle aree occupate hanno svuotato diversi silos e trasportato il grano a sud.
All'inizio di questo mese, la Matros Pozynich ha compiuto una missione simile: ha caricato grano e ha salpato dal Mar Nero per raggiungere il Mediterraneo. Inizialmente era diretta in Egitto con il suo carico, ma è stata respinta da Alessandria dopo un avvertimento da parte dei funzionari ucraini, secondo il governo del Paese. Gli è stato anche impedito di entrare a Beirut e alla fine ha attraccato a Latakia, in Siria, dove la Russia da anni sostiene il regime di Bashar al-Assad. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in diverse occasioni ha accusato la Russia di "rubare gradualmente" i prodotti alimentari ucraini e di cercare di venderli.
"I ladri russi rubano il grano ucraino, lo caricano sulle navi - ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba -, passano dal Bosforo e cercano di venderlo all'estero. Invito tutti gli Stati a rimanere vigili e a rifiutare qualsiasi proposta di questo tipo. Non comprate il grano rubato. Non diventate complici dei crimini russi. Il furto non ha mai portato fortuna a nessuno".
"Putin sta usando il tema alimentare come un'arma, l'impatto si sente non solo sull'Ucraina ma in Africa e Asia: non abbiamo dubbi che le truppe russe rubano il grano ucraino o distruggono le scorte, si cono varie prove. Non possiamo dire cosa possiamo e vogliamo fare per contrastare la situazione perché è in corso una guerra ma sono in corso discussioni su come intervenire una volta che le navi hanno lasciato i porti". Lo ha detto un portavoce della Commissione Ue. "Bisogna sollevare la questione a libello globale e lo stiamo facendo, l'Egitto si è rifiutato di accettare grano rubato dall'Ucraina".
"La guerra in Ucraina può determinare una crisi umanitaria senza precedenti: il 50% dei cereali consumati in Tunisia proviene dall'Ucraina. Sia in Egitto sia in Tunisia c'è già il razionamento del pane, è un effetto indotto dalla guerra. È una problematica che Europa deve mettere al centro, perché la crisi alimentare determinerà povertà assolute ed andrà ad influire sui flussi migratori". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, nel corso di un evento organizzato da Alis, Associazione logistica dell'intermobilità sostenibile. Lamorgese ha quindi ricordato gli altri fattori che hanno effetto sulle partenze di migranti. "In Libia - ha spiegato - abbiamo due governi, prendere accordi con un Paese dove non c'è chiarezza sui vertici è complicato. Anche in Tunisia la situazione politica è bloccata. Poi arrivano via mare afghani e sudanesi. Lavoriamo a partenariati con l'Europa".
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