"La guerra mondiale del pane è già in corso e dobbiamo fermarla. Rischiamo l'instabilità politica in Africa, la proliferazione di organizzazioni terroristiche, colpi di Stato: questo può produrre la crisi di grano che stiamo vivendo".
"Non dobbiamo dimenticare che ci sono 30 milioni di tonnellate di grano bloccate nei porti ucraini dalle navi da guerra russe - ha specificato - quello che noi stiamo facendo è lavorare affinché la Russia sblocchi l'export di grano nei porti ucraini, perché in questo momento rischiamo che scoppiano nuove guerre in Africa". Il ministro ha ricordato che "martedì faremo una prima sessione di dialogo con i paesi del Mediterraneo sulla sicurezza alimentare, lavoreremo con tutti i partner insieme alla Germania, alla Turchia, alla Francia e tanti altri per arrivare all'obiettivo di sbloccare le quantità di grano che devono uscire dall'Ucraina in un momento storico nel quale le famiglie non possono sostenere aumenti del costo dell'energia, l'industria l'aumento dei costi dei materiali e in tutto il mondo l'aumento del costo del grano e quindi del pane che sta aumentando allo stesso modo in tutto il mondo, ma in alcune parti del mondo non se lo possono permettere". "Il lavoro che vogliamo fare come Italia - ha concluso - è quello di incidere sui costi delle materie prime che servono alle aziende per le loro produzioni. E il mio viaggio in India di circa un mese fa è stato molto importante perché stiamo importando molto di più dall'India".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it