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Dance, la mamma del piccolo Archie Battersbee, in coma da mesi al London Royal Hospital e per il quale è stata ordinata l'interruzione del supporto vitale, critica il sistema sanitario e giudiziario inglese e racconta che vi sarebbero state strutture messe a sua disposizione "in Paesi come Italia e Giappone" per continuare a garantire sostegno al bambino.
Ma, denuncia, il suo trasferimento all'estero non è mai stato preso in considerazione. Lo riportano i media britannici. La donna ha affermato che la battaglia legale per rinviare lo stop al sostegno vitale che tiene in vita il figlio è "giunta al termine" ed è rassegnata all'epilogo dopo che ieri anche la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo ha respinto il ricorso della famiglia e si è dichiarata incompetente a intervenire rispetto a quanto stabilito dalla giustizia britannica.
La madre tenta comunque di insistere, come si legge sul sito della Bbc, almeno per ottenere il trasferimento di Archie all'interno di un hospice in cui possa ottenere una "morte più degna". Per questo vuole rivolgersi all'Alta corte di Londra presentando un ricorso per spostare il figlio in una struttura vicino a casa, in modo da staccare la spina lì e non in ospedale. Lo stop alla ventilazione assistita e ai trattamenti che tengono in vita il bambino è previsto per le ore 11 di oggi, le 12 in Italia, se non si allungano i tempi per un braccio di ferro sull'hospice, visto che i medici dell'ospedale londinese hanno sconsigliato il trasferimento.
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