Era una giovane mamma rimasta sola, dopo la morte del marito, con un bambino di 5 anni. Ed era una dottoressa, amata e rispettata: un'oncologa specializzata nei trapianti del midollo nell'ospedale pediatrico di Kiev. Dove era diretta anche lunedì mattina, come ogni giorno, per cercare di salvare la vita ad altri piccoli nella difficile battaglia contro il cancro.
Ma Oksana Leontieva, questo il nome della giovane dottoressa, in quell'ospedale non ci è mai arrivata: la sua vita è finita in macchina, ad un incrocio, sotto le bombe del raid lanciato dai russi sulla capitale ucraina. Poco dopo aver lasciato il suo bambino all'asilo. Lei, la dottoressa Leontieva, è uno dei tanti nomi del tragico bilancio di quella che è passata alle cronache come la 'vendetta di Putin' per l'attacco al ponte in Crimea. E la sua storia, una delle prime che emerge tra i tanti nomi del drammatico bilancio delle vittime, sta facendo il giro del mondo, rilanciata dai social, dove la foto di Oksana - catturata dal suo profilo Fb che la mostra sorridente, in campagna avvolta da un paltò bordeaux con un bouquet di fiori in mano - viene condivisa e rilanciata, tra cordoglio, lacrime e rabbia.
A cominciate da quelle dei suoi colleghi, i medici e gli infermieri dell'ospedale pediatrico di Ohmatdyt della capitale ucraina: "Un terrorista russo ha ucciso con un missile una persona meravigliosa, uno dei migliori medici e una madre amorevole. Ogni giorno, Oksana ha salvato bambini malati di cancro, ha dato felicità ai genitori e vita ai bambini... E oggi la sua vita è stata spezzata dai terroristi che ogni giorno distruggono il nostro Paese e uccidono i civili", ha scritto su Fb una dottoressa della sua equipe, l'anestetista Ekaterina Tkachenko. Tanti anche i messaggi e gli appelli per sostenere il piccolo Grish, il figlio della dottoressa, rimasto ormai orfano: ieri la guerra gli ha strappato la mamma. Solo sei mesi fa gli aveva portato via anche il papà che - secondo quanto rilanciano alcuni siti ucraini - sarebbe morto in battaglia, per difendere il suo Paese. Ora a Grish è rimasto solo il nonno materno. Ed è già partita una raccolta fondi sui social per aiutarli ad andare avanti. Anche se sarà difficile, forse impossibile, dimenticare tanto orrore.
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