Kiev bocciata per il suo tentativo di scatenare un conflitto mondiale, Varsavia quanto meno rimandata per "l'isteria" mostrata di fronte all'emergenza, Washington promossa per la "professionalità" e la "misura" di cui ha saputo dar prova per prevenire una crisi catastrofica. Sentendosi vincitrice della battaglia politico-mediatica scatenatasi attorno all'incidente polacco, Mosca distribuisce le pagelle agli avversari, senza risparmiarsi una buona dose di ironia: "La Nato dice che un razzo S-300 ucraino è caduto sulla Polonia, ma ne dà la colpa alla Russia", titola l'agenzia Tass. Le accuse cominciano il mattino presto, quando ancora la ricostruzione occidentale non ha scagionato Mosca. Il vice rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, Dmitry Polyansky, afferma che la reazione a caldo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che chiedeva l'intervento della Nato dopo la caduta del missile in Polonia, altro non è che una "classica provocazione" volte a scatenare uno scontro diretto fra l'Alleanza e Mosca "per salvare l'Ucraina dall'inevitabile sconfitta". Le accuse rivolte a Mosca provano che "combattendo una guerra ibrida contro la Russia, l'Occidente si avvicina a una guerra mondiale", chiosa l'ex presidente russo Dmitry Medvedev. Poi è la volta della Polonia, accusata da Dmitry Peskov di "reazione assolutamente isterica" all'accaduto. E non solo: il portavoce del Cremlino afferma che Varsavia già nella serata di martedì poteva stabilire, in base all'analisi dei rottami, che il missile non era russo, ma è rimasta in silenzio. Se hanno deciso di parlare, lo hanno fatto solo dopo l'ammissione americana che il vettore non veniva dalla Russia, sottolinea l'influente senatore Alexei Pushkov. E la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova lamenta che l'ambasciatore russo a Varsavia è stato convocato nel cuore della notte al ministero degli Esteri polacco per vedersi consegnare una nota in cui Mosca veniva accusata di avere lanciato il missile. "Non vogliono scusarsi per questo?", chiede la Zakharova, anticipando di alcune ore la contro-convocazione dell'ambasciatore polacco al ministero degli Esteri russo. Le parole della portavoce vengono riecheggiate in una nota dell'ambasciata russa in Italia: "Nessuno vuole chiedere scusa per la reazione isterica anti-russa, come è consuetudine in una società dignitosa?", scrive la rappresentanza diplomatica di Mosca, postando su Facebook le foto di alcuni quotidiani italiani. E sì, perché non c'è solo la Polonia. Le reazioni di diversi Paesi Nato sono state "oltraggiose", lamenta Mosca, che le stigmatizza come "parte della sistematica campagna anti-russa basata intorno all'Ucraina". Molti i colpevoli, dunque, ma tra loro non ci sono gli Stati Uniti. "In questo caso - conclude Peskov - bisogna prendere nota della reazione misurata e molto più professionale della parte americana e del presidente americano". E, anche se il portavoce non lo conferma, non è da escludere che i primi contatti per scongiurare il peggio gli Usa li abbiano avuti ieri sera proprio con i russi, usando quei "canali" che Washington ha più volte detto di volere mantenere aperti per prevenire crisi incontrollate.
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