A dare il via all'inchiesta Qatargate, che sta terremotando il Parlamento europeo, sarebbe stata una segnalazione arrivata dagli Emirati Arabi Uniti all'intelligence del Belgio che per mesi ha lavorato con i servizi segreti di altri cinque Paesi, ma non con quelli dell'Italia, "che sarebbero stati esclusi dall'operazione nonostante tutto sembri ruotare attorno a figure di nazionalità italiana". E' quanto ricostruisce il Corriere della Sera in un articolo pubblicato oggi.
La segnalazione degli Emirati, scrive il Corriere, "ha portato gli 007 sulle tracce di un centro di studi del Marocco a Bruxelles dietro il quale si nascondeva una centrale di spionaggio. I servizi belgi hanno appurato che il centro culturale aveva collegamenti con l'ambasciatore marocchino in Polonia Abderrahim Atmoun che nelle carte dell'inchiesta è citato come colui al quale Panzeri doveva affidare dei regali da lui ricevuti affinché fossero trasferiti in Marocco".
Partito nel 2021 come un caso di 'sicurezza nazionale' per la minaccia di interferenza da parte di un Paese straniero sui processi decisionali del Parlamento europeo - continua il Corriere - il dossier evidentemente ad un certo punto perde di pericolo e si trasforma in una questione di corruzione internazionale, altrettanto grave ma meno allarmante per gli 007 locali, che lo passano alla magistratura ordinaria. I magistrati ci lavorano e puntano anche ai rapporti con il Qatar, specie della vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili".
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