Il premier cinese Li Qiang ha voluto rassicurare che Pechino è "sulla buona strada" per raggiungere il target di Pil 2023 fissato a marzo a "circa il 5%", a dispetto degli ultimi dati macroeconomici deludenti e di una disoccupazione giovanile (16-24 anni) schizzata a maggio al record del 20,8%. Li, parlando a Tianjin alla 14/esima edizione del World Economic Forum estivo, ha aggiunto che "la crescita economica del Paese nel secondo trimestre sarà più veloce del primo trimestre".
Quanto all'intero 2023, "dovremmo raggiungere l'obiettivo di circa il 5% di crescita economica fissato all'inizio di quest'anno", ha detto Li alla platea. "Recentemente, anche alcune organizzazioni e istituzioni internazionali hanno alzato le loro stime sulla crescita economica della Cina per il 2023, dimostrando la loro fiducia nelle prospettive di sviluppo del Paese", ha aggiunto il premier.
La Cina è alle prese con un brusco rallentamento della ripresa post-Covid, in base alla serie di indicatori poco brillanti emersi nelle ultime settimane secondo cui la spinta iniziale dovuta all'improvvisa e caotica rimozione delle restizioni anti-pandemia si sta esaurendo. La scorsa settimana la Banca centrale (Pboc) ha tagliato i principali tassi sui prestiti, effettuando le prime riduzioni del genere in 10 mesi, appena pochi giorni dopo l'intervento sui tassi di finanziamenti a breve e medio termine. Le attese sono ora di misure mirate a più aree dell'economia, in particolare il settore immobiliare, capace di generare circa un terzo del Pil prima che finisse in crisi per la stretta decisa per contenere l'enorme debito accumulato.
Il target di Pil di "circa il 5%" è uno dei più bassi degli ultimi decenni, dopo il deludente 3% del 2022, ma Li ha affermato più volte che l'obiettivo non sarebbe stato "un compito facile".
Intanto, ieri S&P Global la tagliato le sue previsioni di crescita sulla Cina per la natura disomogene a della ripresa post-Covid che necessita di ulteriori stimoli: l'agenzia di rating ha ipotizzato un Pil a +5,2%, in calo dal precedente +5,5%, a causa di consumi deboli e di un mercato immobiliare in difficoltà. Questa di S&P è stata la prima mossa al ribasso di un'agenzia di rating nel 2023 ed è seguita alle stime limate da
Goldman Sachs e da altre banche di investimento. "Il principale rischio di crescita della Cina è che la ripresa perda più slancio per la debole fiducia dei consumatori e nel mercato immobiliare", ha rilevato S&P in una nota.
Nel suo intervento, Li ha anche messo in guardia "contro l'isolazionismo e l'anti-globalizzazione", affermando che la strategia di "riduzione del rischio" in crescita nell'Occidente è "basata su false premesse" e sottolineando che "la solidarietà e la cooperazione sono la giusta via da seguire" per far ripartire l'economia globale.
"In Occidente, alcune persone stanno esaltando ciò che viene definito il 'taglio della dipendenza' e la 'riduzione del rischio'", ha detto il premier cinese, segnalando che "questi due concetti poggiano su false premesse, perché lo sviluppo della globalizzazione economica è tale che
l'economia mondiale è diventata un'entità comune in cui tu ed io siamo entrambi mescolati".
"Le economie di molti Paesi si fondono l'una con l'altra, fanno affidamento l'una sull'altra, realizzano risultati l'una per l'altra e si sviluppano insieme: questa è in realtà una buona cosa, non una brutta cosa", ha osservato Li, appena tornato dal suo primo viaggio nel Vecchio Continente, tra Berlino e Parigi, in cui ha cercato di rafforzare i legami bilaterali, scossi dalla delusione europea per la vicinanza della Cina a Mosca, a dispetto della brutale aggressione russa contro l'Ucraina.
"Le comunicazioni e gli scambi dovrebbero essere apprezzati", ha concluso il premier, esortando i Paesi a rafforzare il dialogo per evitare malintesi, a fronte "delle tendenze al protezionismo e all'antiglobalizzazione diffusesi negli ultimi anni". Malgrato tutto, "la globalizzazione rimane intatta nonostante alcune battute d'arresto".
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