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L'Aiea conferma, 'mine nella centrale di Zaporizhzhia'

Nuova notte di raid russi. Mosca: 'Attaccata nostra nave nel Mar Nero'

La centrale nucleare di Zaporizhzhia

Redazione Ansa

    Mentre Mosca ha lanciato nella notte l'ennesimo attacco di droni sulla capitale ucraina, "il sesto questo mese", arriva la conferma che le forze militari del Cremlino hanno minato la centrale nucleare di Zaporizhzhia. A dirlo non sono gli ucraini, ma l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) che nell'ispezione del 23 luglio ha rilevato alcuni ordigni direzionali antiuomo nella zona cuscinetto tra le barriere interne e quelle esterne. Un'eventuale detonazione "non dovrebbe influire sui sistemi di sicurezza e protezione nucleare del sito", spiega l'Agenzia, ma il rischio resta concreto in caso di attacchi massicci.  

   Quanto verificato dall'Aiea si aggiunge ai tanti allarmi già lanciati in passato, quando le ispezioni avevano rilevato ordigni al di fuori del perimetro del sito e anche in particolari punti all'interno. L'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha contestato la presenza delle mine alle forze di Mosca, che occupano l'impianto. Ma la risposta è stata lapidaria: 'E' una decisione militare'. La presenza degli esplosivi sul sito "è incoerente con gli standard di sicurezza dell'Aiea" e con "le linee guida sulla sicurezza nucleare", avverte il direttore Rafael Grossi che definisce la scelta russa "un'ulteriore pressione psicologica sul personale dell'impianto". Come se non bastasse, secondo l'Energoatom i russi hanno anche messo il reattore 4 in uno stato di 'spegnimento a caldo' (hot shutdown): "Una grave violazione dei requisiti della licenza per gestire questo impianto nucleare", ha ammonito l'agenzia per l'energia atomica.

    Una conferma dei timori dell'Ucraina, che stanotte ha dovuto respingere un feroce attacco aereo, con le sirene che hanno risuonato nella capitale e in 11 regioni. A colpire sono stati ancora i temibili droni iraniani, gli Shahed, "intercettati e distrutti" dalle forze di difesa che hanno evitato altre vittime e distruzione. L'aumento dell'intensità degli attacchi russi segue la decisione presa da Mosca qualche giorno fa di uscire dall'accordo sul grano, oltre all'attacco che i filorussi hanno subito al ponte di Kerch, in Crimea. Ed è ancora qui che gli ucraini cercherebbero di mettere in difficoltà la Russia che, secondo il suo ministero della Difesa, ha dovuto affrontare "un fallito tentativo ucraino di attaccare il pattugliatore Sergey Kotov nel Mar Nero a largo di Sebastopoli".

   Per l'intelligence britannica gli attacchi russi che si susseguono da giorni a Odessa sarebbero proprio la conseguenza di questi avvenimenti, che farebbero sentire Mosca libera da vincoli politici. Per questo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al telefono con il primo ministro britannico Rishi Sunak ha ricordato come Kiev "ha urgente bisogno di rafforzare la sua difesa aerea per proteggere il suo patrimonio storico e continuare l'iniziativa del Mar Nero". Una situazione di difficoltà ammessa dallo stesso ministro della Difesa Oleksii Reznikov che ha parlato di una controffensiva che fatica a far procedere a pieno ritmo ed è in ritardo rispetto al previsto, anche se gli ucraini rivendicano di continuare ad avanzare a nord e a sud di Bakhmut.

    L'Ucraina sta trovando un valido alleato nelle contestatissime bombe a grappolo statunitensi, che Kiev ha già cominciato a utilizzare sul campo per cercare di sfondare le linee di difesa che la Russia ha costruito durante tutti questi mesi. Ora queste munizioni vengono usate anche nei pressi di Bakhmut, come afferma il generale ucraino Serhii Cherevatyi. L'andamento della guerra resta comunque oscillante. Il generale Oleksandr Syrsky ha visitato le unità di combattimento nelle due direzioni attive in prima linea, Bakhmut e Lyman, e ha chiarito che "a causa della situazione difficile e opposta" in queste direzioni, "è stato necessario adeguare i nostri piani".   

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