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Trump tuona su incriminazioni in Georgia, 'truccate'

Il tycoon è accusato anche di aver tentato di sovvertire il voto presidenziale in una cospirazione con altre 18 persone

Redazione Ansa

L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha criticato quella che ha definito un'accusa "truccata" nei suoi confronti dopo le incriminazioni nello Stato della Georgia. "Mi sembra truccato!" ha scritto sulla sua piattaforma social Truth. "Perché non mi hanno incriminato 2,5 anni fa? Perché volevano farlo proprio nel bel mezzo della mia campagna politica. Caccia alle streghe!".

Donald Trump fa pocker di incriminazioni: la quarta (in cinque mesi) è arrivata al termine di una lunga ed estenuante vigilia di Ferragosto, quando la giuria della contea di Fulton ad Atlanta, in Georgia, ha approvato prima del previsto le accuse illustrate dalla procuratrice distrettuale (dem) Fani Willis dopo aver sentito alcuni testimoni chiave.

L'ex presidente, che dovrà presentarsi nuovamente in aula per le formalità di rito entro il 25 agosto, è stato incriminato per aver tentato di sovvertire in vari modi l'esito del voto presidenziale in Georgia nel 2020, in una cospirazione con altre 18 persone. Tra loro anche il suo ex avvocato personale Rudy Giuliani, il suo ex chief of staff Marc Meadows, nonchè i legali Kenneth Chesebro e John Eastman, considerati gli architetti del piano per usare elettori pro Trump falsi in Georgia e in altri stati vinti da Joe Biden.

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Donald Trump

 

   Le accuse, articolate in ben 41 capi di imputazione (13 per Trump), ruotano intorno alla legge anti racket: quella usata contro le associazioni criminali, anche di stampo mafioso, per condannare non solo gli esecutori ma anche i mandanti. Tra i reati, la cospirazione per impersonare un pubblico ufficio (la vicenda dei falsi elettori) e commettere una serie di falsi (le affermazioni infondate sulle elezioni truccate), nonché l'aver sollecitato un pubblico ufficiale a violare il suo giuramento di fedeltà: si tratta della famigerata telefonata fatta da Trump all'allora al segretario di Stato repubblicano Brad Raffensperger per chiedergli di trovare 11.780  voti necessari a fargli superare Joe Biden.

 

"Una telefonata perfetta", si era difeso il tycoon, il cui staff ha attaccato nuovamente la procuratrice, accusandola di essere una "fanatica" di parte che ha "strategicamente" rallentato la sua indagine per "massimizzare le interferenze" con la sua campagna elettorale. "E' stata una cospirazione criminale per cercare di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020 in Georgia. Le mie decisioni sono basate sui fatti e sulla legge", ha replicato Willis in una conferenza stampa notturna, spiegando che cercherà di ottenere il processo nel giro di sei mesi. La difesa sta affilando le armi e già pensa a contestare il difetto di giurisdizione della procuratrice distrettuale e trasferire il caso alla giustizia federale (con reati che rientrerebbero così nel potere di grazia).

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