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Putin, 'in Ucraina per evitare una guerra di sterminio intrapresa dall'Occidente'

E Medvedev incalza, 'l'Ucraina potrebbe scomparire come Stato'

Redazione Ansa

    Il presidente russo Vladimir Putin, nel suo discorso  al vertice dei Brics che si è aperto oggi in Sudafrica, ha detto che  l'intervento russo in Ucraina è stato motivato dal desiderio di "fermare la guerra di sterminio intrapresa dall'Occidente".

   "La Russia ha deciso di sostenere la gente che sta combattendo per la sua cultura, le sue tradizioni, la sua lingua e il suo futuro", ha sottolineato Putin, riferendosi alle popolazioni del Donbass. "Le nostre azioni in Ucraina - ha aggiunto - hanno una sola ragione: mettere fine alla guerra
scatenata dall'Occidente e i suoi satelliti in Ucraina contro il popolo del Donbass, ha aggiunto nel suo intervento in videoconferenza al summit di Johannesburg.

    Putin ha anche espresso la sua gratitudine "ai nostri colleghi del Brics, che partecipano attivamente agli sforzi per mettere fine a questa situazione e
per raggiungere una soluzione giusta con mezzi pacifici" in Ucraina.

    Il suo predecessore ed attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha detto da parte sua che l'Ucraina potrebbe scomparire come Stato in seguito al conflitto in corso, in un articolo pubblicato sul sito web aif.ru in occasione del 15/o anniversario dell'invasione dell'Ossezia del Sud da parte della Georgia e della Russia. Lo riporta la Tass.

    "È già chiaro come andrà a finire: Kiev subirà una vergognosa sconfitta, proprio come gli aggressori georgiani. Lo Stato ucraino, che è stato creato artificialmente sulle rovine dell'Unione Sovietica, scomparirà probabilmente dalla mappa politica del mondo", afferma Medvedev. 

   Nello stesso articolo, Medvedev sostiene che  Mosca è stata costretta a lanciare la sua "operazione militare" contro l'Ucraina per prevenire
un'aggressione da parte dell'Occidente e delle autorità di Kiev: "È noto il modo in cui l'Occidente e le sue marionette di Kiev hanno agito nella situazione del Donbass. È stata la stessa ipocrisia, gli stessi trucchi e la stessa agenda nascosta. I preparativi stavano gradualmente procedendo su tutti i binari possibili per un atto di aggressione su larga scala contro la Russia. Le cose stavano seguendo lo schema che era stato messo in atto in un Paese montuoso e leggermente più caldo del Caucaso 15 anni prima", ha scritto Medvedev, riferendosi alla Georgia e all'Ossezia del Sud.

 

   L'ex presidente russo ha poi sottolineato che per quanto riguarda la situazione in Ucraina, "solo con la forza si è evitato un esito fatale, perché i colloqui avevano perso ogni significato". E alla luce della mancanza di garanzie "che il nostro nemico non si sarebbe unito al blocco militare, già eccessivamente sviluppato, abbiamo chiarito la nostra posizione. Abbiamo dovuto lanciare un'operazione militare. C'è un'enorme differenza tra la fiducia nei propri partner e l'ingenuità. Non sono riusciti a prenderci in giro", ha osservato Medvedev.

 

 

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