Primo piano

Trump al contrattacco, 'E' tutta opera del corrotto Biden'

'Lo fermerò, se non vinciamo non abbiamo più un Paese'

Donald Trump, dopo essere consegnato alla giustizia nella Georgia

Redazione Ansa

   Uno da due settimane isolato nella quiete di Lake Tahoe, in Nevada. L'altro che campeggia con la sua foto segnaletica su siti, giornali e tv di tutto il mondo. Joe Biden e Donald Trump, probabili sfidanti alle presidenziali 2024 visto il flop dei candidati repubblicani, in questi giorni incarnano perfettamente la distanza che li separa. Dopo l'arresto e il rilascio su cauzione in Georgia, l'ex presidente è partito subito al contrattacco accusando "il corrotto Biden" di aver orchestrato le sue quattro incriminazioni per eliminarlo dalla corsa alla Casa Bianca. "Con il tempo le persone dimenticano! Tutte queste accuse e cause contro di me sono state avviate dal 'corrotto Joe Biden' e dai fascisti della sinistra radicale", ha tuonato il tycoon in un post sul suo social media Truth. "È la loro arma preferita per le prossime elezioni presidenziali del 2024. Ritengono, infatti, che la leadership repubblicana non sia abbastanza forte da fermarli o fare qualcosa per contrastare le loro frodi. Ma li fermerò, perché non abbiamo scelta: se non vinciamo, non avremo più un Paese", ha attaccato.

   

Nel frattempo la sua campagna sta cercando di capitalizzare sull'ormai iconica foto segnaletica e i suoi avvocati cercando strade per ritardare il processo sul tentativo di ribaltare il risultato delle elezioni del 2020. La procuratrice della contea di Fulton, Fanni Wallis, ha proposto la data del 23 ottobre e anche due dei 18 coimputati di Trump, l'ex avvocato della campagna Sidney Powell e l'avvocato Kenneth Chesebro, premono per un procedimento rapido.

Per uscire dall'impasse è probabile che la difesa del tycoon cercherà di chiedere un processo separato, mentre l'ex capo dello staff della Casa Bianca, Mark Meadows, ha presentato una mozione per spostare il suo presso una corte federale. Se il cerchio di fedelissimi complici attorno a Trump comincia ad avere qualche crepa, la base dei suoi sostenitori rimane compatta. Secondo un sondaggio Reuters/Ipsos di venerdì, all'indomani della quarta incriminazione, l'ex presidente è avanti al secondo candidato repubblicano Ron DeSantis di quasi 40 punti, con il 52% delle preferenze contro il 13% della Florida. Persino in aumento rispetto al 47% dell'inizio di agosto. Biden dal canto suo si avvia a rientrare alla Casa Bianca dopo un periodo di vacanza in Nevada con la moglie Jill e la famiglia tra passeggiate, pilates e beveroni energetici. Lunedì parteciperà con la vice presidente Kamala Harris ad una cerimonia per commemorare i 60 anni dallo storico discorso di Martin Luther King, 'I have a dream'. Prima della cerimonia ufficiale sabato a Washington è stata organizzata una marcia per ricordare quella che ancora oggi è considerata la più importante manifestazione per la giustizia e l'uguaglianza razziale nella storia degli Stati Uniti.

Migliaia di persone, attivisti e membri della famiglia King hanno percorso la strada che va dal Lincoln Memorial a quello del reverendo. Sollecitato dai giornalisti in Nevada il presidente americano non ha potuto esimersi dal commentare la notizia del giorno e ha ironizzato sulla foto segnaletica del suo rivale: "L'ho vista in tv, è un bell'uomo". Mentre sull'intervista al tycoon trasmessa su X ha dichiarato di "non averla vista, non mi interessava". Il commander-in-chief ha anche detto la sua sul dibattito tra i candidati repubblicani. "C'è stato un gran bla bla bla. Ma nessuno di loro ha detto cosa farà per affrontare la crescita economica. Cosa farà per il lavoro? Cosa farà per l'istruzione?".  

Leggi l'articolo completo su ANSA.it