Addio al trattamento d'oro per i pensionati italiani in Portogallo. Finirà infatti l'anno prossimo il regime di tassazione speciale per residenti stranieri "non abituali", vale a dire tutte quelle agevolazioni fiscali che Lisbona garantiva finora agli stranieri, pensionati o professionisti in ambiti ritenuti di particolare importanza, che sceglievano il Paese come residenza.
La legge attualmente prevede un'imposta fissa del 20% per professionisti qualificati e nomadi digitali, e del 10% per i pensionati. Questi ultimi fino al 2020 godevano di un'esenzione totale dal pagamento di imposte, un regime fiscale di cui avevano beneficiato molti cittadini stranieri, non solo europei, e gli stessi emigranti portoghesi che ricevevano una pensione dall'estero. Da queste agevolazioni sono stati sempre esclusi gli ex dipendenti delle pubbliche amministrazioni e chi aveva avuto la residenza in Portogallo nei 5 anni precedenti alla domanda. Nonostante la scure del governo tuttavia, chi già gode di queste agevolazioni potrà continuare a farlo per tutta la durata prevista per legge, ovvero 10 anni.
Gli italiani, tra i più entusiasti delle facilitazioni fiscali (oltre che dell'alta qualità di vita del Paese), hanno invaso negli anni soprattutto Lisbona, Porto, Chaves e la regione meridionale dell'Algarve. Secondo le ultime stime dell'Inps disponibili (2021), sono oltre 3.500 i connazionali che hanno scelto il Portogallo: erano meno di mille nel 2017.
Complessivamente ne hanno beneficiato circa 10.000 persone, per lo più pensionati francesi e britannici, oltre che italiani.
Questa capacità di attrazione di stranieri benestanti fin dal 2009, anno in cui la prima versione della misura entrò in vigore, veniva considerata una delle cause dell'aumento dei prezzi degli immobili nelle grandi città, che oggi provoca sempre più malcontento. Secondo uno studio della fondazione Francisco Manuel dos Santos, tra il 2012 e il 2021 il costo degli alloggi è aumentato del 78% in Portogallo, contro il 35% dell'intera Ue. Solo nell'ultimo anno il balzo è stato dell'11%.
"Il mantenimento di tale misura equivarrebbe a prolungare un'ingiustizia fiscale e sarebbe un modo indiretto per continuare a far aumentare i prezzi del mercato immobiliare", ha dichiarato Costa, annunciando contestualmente anche un nuovo blocco dell'aumento degli affitti. Per l'anno in corso il limite era stato fissato al 2%. L'anno prossimo, ha aggiunto il premier, non dovrebbe essere necessario ripetere lo stesso provvedimento, ma in ogni caso il governo ne sta discutendo con le associazioni di inquilini e proprietari.
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