Cinquanta leader, dal Portogallo all'Armenia, dalla Gran Bretagna al Kosovo, tutti riuniti a Granada: la terza edizione della Comunità politica europea (Cpe), come spiegano fonti europee, è un successo già solo per il fatto che sia stata organizzata come previsto. L'appuntamento semestrale, dopo quelli di Praga e Chisinau, questa volta rischia però di tingersi di nero.
Il vertice della Cpe sarà innanzitutto un sudoku protocollare. Alla sessione plenaria della tarda mattinata seguiranno tre tavole rotonde - con i Paesi divisi a gruppi - tra IA e digitalizzazione, energia e clima e multilateralismo.
E, a testimonianza del contesto in cui si svolge il vertice, il terzo panel ha ricevuto così tante adesione da aver costretto la presidenza spagnola a dividere i partecipanti in due gruppi. La sera, invece, i 50 leader saliranno all'Alhambra per una cena che dovrebbe tenersi nel favoloso Patio de los Leones. Volodymyr Zelensky, probabilmente, non sarà presente di persona ma interverrà comunque in video. E tenterà, ancora una volta, di convincere i più scettici - a partire da Ungheria e Serbia - della necessità esistenziale, per l'Europa, di continuare a sostenere Kiev. Un sostegno che Giorgia Meloni ribadirà essere saldissimo da parte italiana.
Ma a contare saranno soprattutto le riunioni a margine. La più attesa, quella tra Charles Michel, il premier armeno Nikol Pashinyan, l'azero Aliyev, Macron e il cancelliere Olaf Scholz, è però già saltata. Baku diserterà l'intero summit, come ritorsione per quella che ha giudicato una reazione troppo filo-armena da parte di Bruxelles. E resta un rebus anche la gestione da parte di Ue e Spagna dell'incrocio tra il presidente serbo Aleksandar Vucic e la presidente del Kosovo Vjosa Osmani, entrambi al summit nei giorni della grande paura di un ritorno del conflitto. Il tutto, con una curiosa appendice: la Spagna, Paese ospitante, è uno dei pochi Stati europei a non aver ancora riconosciuto l'indipendenza del Kosovo.
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