Israele ha martellato con l'artiglieria il sud del Libano, in risposta ad una sospetta "infiltrazione di terroristi", poi smentita dall'esercito israeliano. Poco dopo Hezbollah ha rivendicato di aver attaccato obiettivi israeliani in quattro siti.
La situazione sui due lati della Linea Blu che separa il Libano da Israele diventa sempre più incandescente. L'esercito israeliano ha precisato che non c'è in realtà stata alcuna infiltrazione, ma ha aggiunto che "è stata identificata una sparatoria contro una serie di postazioni militari al confine libanese. I soldati dell'Idf hanno risposto con il fuoco dei carri armati verso le infrastrutture terroristiche di Hezbollah". A sua volta, Hezbollah ha affermato che "in risposta agli attacchi israeliani", i suoi mujaheddin hanno attaccato quattro siti israeliani "con armi dirette e appropriate, e hanno causato vittime". Solo poche ore prima, Hezbollah ha affermato di essere "pienamente preparato" ad intervenire in aiuto ai palestinesi, e lo farà secondo secondo i suoi "piani e a tempo debito". Lo ha affermato solennemente, in quella che sembra più una promessa che una minaccia, il numero due del potente filoiraniano Partito di Dio, lo sheikh Naim Qassm, davanti alla folla che manifestava sostegno al popolo palestinese nella periferia sud di Beirut. Il proclama di Qassem fa significativamente seguito all'incontro avvenuto ieri tra il leader di Hezbollah, il sayyid Hassan Nasrallah, e il ministro degli esteri di Teheran, Hossein Amir-Abdollahian. Dopo il faccia faccia l'organo di informazione di Hezbollah, al Manar, ha riferito "si è svolta una consultazione sulle responsabilità di ciascuno e sulle posizioni da assumere rispetto a questi eventi storici". E mentre sempre più persone si domandano se entrerà in guerra anche Hezbollah - il cui apparato militare è molto più potente di quello di Hamas - il ministro iraniano Amir-Abdollahian, dopo l'incontro con il primo ministro libanese Najib Mikati, ha affermato che "la sicurezza e la pace del Libano sono importanti per noi". Tuttavia, non ha escluso che anche il Libano possa venire trascinato nel conflitto: "Se i crimini di guerra sistemici del regime sionista non cessano subito, ogni possibilità è concepibile", ha detto. Anche nei giorni scorsi nel sud del Libano tra Hezbollah e Israele ci sono stati diversi scambi di razzi e colpi di mortaio, con la morte di tre guerriglieri e tre soldati israeliani. Gli abitanti della zona si stanno ormai preparando ad un'esclation, abbandonando le loro case per andare più a nord. A Nabatiye, uno dei villaggi a ridosso della Linea Blu, c'è stata anche una manifestazione con centinaia di persone che scandivano a viva voce slogan come "Morte a Israele".
Scontri con Hezbollah al nord, 'ucciso reporter Reuters'
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